sabato 30 gennaio 2010

Dietro l'apparente noiosa ripetitività, si celano secoli di storia e suggestioni. Il salto con gli sci vive su un sottile equilibrio: la reiterazione di un gesto atletico sempre simile a sè stesso e l'alta spettacolarità (il volo nel vuoto, l'atterraggio). Il prevalere dell'una o dell'altra impressione ne decreta il successo, alle diverse latitudini. Per cui se in Italia il movimento è piuttosto contenuto in termini di atleti e di appassionati, altrove, soprattutto nel Nord Europa, il salto è sport assai amato.
La Norvegia ne è la madre: i più antichi azzardi di decollo risalgono al decennio d'apertura dell'Ottocento. Nel 1862 l'esordio delle competizioni in quel di Trysil, nel 1879 a Oslo Olaf Haugann realizzò il primo significativo record del mondo, 20 metri.

Disciplina olimpica sin dal primo appuntamento di Chamonix, datato 1924, il salto con gli sci ha superato i confini scandinavi e si è imposto in Europa (Germania e Austria soprattutto) e perfino in Asia Orientale. Fino al 1960 gara singola su un trampolino di distanza variabile, dal 1964 distinzione tra Normal Hill e Large Hill, ovvero a seconda dell'altezza del trampolino e conseguentemente della distanza raggiungibile. Infine, gara a squadra a partire da Calgary '88.

A Matti Nykanen, ora celebre per altri spiacevoli episodi, riuscì la doppietta a Sarajevo nel 1984. Fece altrettanto lo svizzero Simon Ammann a Salt Lake City 2002. L'elvetico, peraltro, sarà certamente uno dei favoriti in Canada.

IL PASS PER VANCOUVER

Settanta posti tra i due eventi individuali e la gara a squadre, 5 gli atleti massimi consentiti per nazione (visto che il riferimento è la World Ranking List che tiene conto dei risultati delle ultime due stagioni, l'Austria ne avrebbe portati 8-9). Presenza assicurata per 4 saltatori canadesi, si scende fino a consentire la partecipazione di 12 nazioni al team event. In pratica, assegnato il visto ai primi 60 atleti in ordine di classifica, si procede ad individuare elementi di nazioni che hanno 3 qualificati, "regalandogliene" di fatto un quarto per completare la squadra. L'Italia per poco è fuori dalle 12 e porterà 3 atleti.

Giova sottolineare che questa forse sarà l'ultima manifestazione internazionale ad esclusiva partecipazione maschile. Il Comitato Olimpico internazionale ha rifiutato le rivendicazioni delle saltatrici, che chiedevano di poter gareggiare a Vancouver in virtù di un movimento in forte ascesa, anche numerica, e dei principi etici di uguaglianza alla base delle manifestazioni a cinque cerchi. Il Cio ha sottolineato che per ora non c'è la competitività necessaria per rendere credibili gare femminili di salto (e tale intendimento è assai opinabile) ma ha aggiunto che valuterà nuovamente l'ingresso del salto con gli sci donne in previsione di Sochi 2014.

GLI ITALIANI IN GARA

La squadra italiana è composta da Sebastian Colloredo, Andrea Morassi e Roberto Dellasega, tutti e 3 a punti nell'attuale Coppa del Mondo (evento che non si verificava dalla stagione 93-94, in piena era Cecon). Dall'edizione di Torino 2006 e dal 27esimo posto di Colloredo sul trampolino piccolo non c'è stato un miglioramento tale nelle prestazioni da consentire una qualche aspirazione di podio. Il team italiano è comunque un team giovane, Colloredo è classe 1987, Morassi 1988 e Dellasega addirittura 1990. Ma non pare possedere qualità per primeggiare a livello internazionale.

Colloredo e Morassi gareggiano abitualmente in Coppa del Mondo, con risultati talvolta discreti. Al di là di un podio del secondo sul trampolino di Oberstdorf nel gennaio 2007, non c'è stato il salto di qualità che i tecnici e gli appassionati si attendevano. L'obiettivo per tutti e tre è superare lo scoglio della qualificazione, per i due più "anziani" il passaggio alla seconda manche e magari un piazzamento appena fuori dai 15.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Gare individuali

Il circuito di Coppa del Mondo e quindi dell'élite internazionale non è contraddistinto da una forte specializzazione. I più forti vanno forte su qualsiasi trampolino e la scala di valori non è soggetta a forti scossoni. Vi sono invero dei volatori, ossia saltatori che si trovano particolarmente a loro agio nel volo con gli sci (quindi su trampolini che consentono balzi anche oltre i 200 metri), ma ai Giochi Olimpici tale specialità non è mai stata prevista.

Più che la quota del trampolino può il vento: a seconda che soffi alle spalle dei saltatori o provenga da sotto, ecco che può favorire rispettivamente atleti fisicamente più prestanti o tecnicamente capaci di guadagnare metri nella fase finale del salto. La federazione internazionale nel corso della stagione ha testato l'efficacia dell'F-Value, sistema di calcolo che dovrebbe costruire virtualmente eguali condizioni per tutti gli atleti (spesso è successo che all'interno della stessa gara le condizioni del vento cambiassero repentinamente favorendo l'uno o sfavorendo l'altro) agendo con bonus e malus sulla misura dei salti. Per ora non si va oltre qualche sporadica sperimentazione, in futuro probabilmente l'F-Value sarà applicato normalmente.

Dunque i favoriti della gara sul trampolino piccolo (Normal Hill) e sul trampolino grande (Large Hill) coincidono. La stagione ha vissuto e ancora vive sul duello tra l'austriaco Gregor Schlierenzauer e l'elvetico Simon Ammann ed è ovvio attribuir loro i favori del pronostico. Gregor ha toccato quota 31 vittorie in carriera e può contare su migliori qualità stilistiche, soprattutto sul telemark (posizione di atterraggio con braccia larghe e una gamba piegata, in una sorta d'inchino), ma Ammann ha dalla sua il precedente già ricordato di Salt Lake City e dei due ori. Le maggiori insidie giungono dal Wunderteam: Thomas Morgenstern, oro a Torino e padrone della sfera di cristallo nel 2008, e gli ultimi due vincitori della Tournée dei 4 Trampolini, Wolfgang Loitzl e Andreas Kofler.

Ma non solo. L'Olimpiade è l'obiettivo primo di qualsiasi atleta, ma in particolare del finlandese Janne Ahonen (foto), signore del trampolino rientrato alle gare ad inizio stagione dopo il ritiro nella primavera del 2008 proprio con l'intenzione di conquistare l'unico alloro che gli manca. I norvegesi restano temibili, in particolare il ritrovato Bjorn Einar Romoeren e Anders Jacobsen. Tra i possibili outsider si potrebbero citare il polacco Adam Maljsz, uno dei più grandi saltatori ogni epoca ma ultimamente mai ai livelli delle stagioni d'oro in cui dominava il circuito di Coppa, e il giovane tedesco Pascal Bodmer, alfiere di una nazione purtroppo decadente.

A Torino: a sorpresa il dominatore della scena fu il norvegese Lars Bystol, oro sul trampolino piccolo davanti al finlandese Matti Hautameki e al connazionale Roar Ljokelsoy, e bronzo sul trampolino grande dietro ai due austriaci Morgenstern e Kofler (divisi da un solo decimo di punto).

Gara a squadre

Quello dell'Austria nella gara a squadre dovrebbe essere uno degli ori più certi dell'intera Olimpiade. Quattro atleti che possono tranquillamente vincere l'oro individuale formano una corazzata praticamente imbattibile.

Sul secondo gradino del podio dovrebbe salire la Norvegia con Evensen e lo spento Hilde a dar manforte ai due citati qualche riga fa. I cugini finnici, miscela di esperienza - Ahonen e Hautameki - e freschezza - Harri Olli e Ville Larinto - diranno certamente la loro. La Germania può far valere giusto il blasone, visto che in termini di risultati i suoi rappresentanti stanno ottenendo davvero poco. Slovenia, Polonia e soprattutto Giappone rivestono il ruolo di outsider.

A Torino: fu Austria su Finlandia e Norvegia. Come si vede, in 4 anni è cambiato assai poco.

Daniele Todisco

Nessun commento:

Posta un commento

Stats