mercoledì 10 febbraio 2010

Seconda e ultima parte dell'appuntamento con lo sci alpino. Per ciò che concerne la storia di questo sport, e per la consueta rubrica Il pass per Vancouver si prega di far riferimento a quanto già scritto in precedenza

GLI ITALIANI IN GARA

Saranno ben dodici gli azzurri impegnati sulle nevi di Whistler nelle due settimane olimpiche. I 4 uomini-jet saranno i medesimi, tanto in discesa quanto in super-g: grande attesa per Werner Heel, serio candidato a una medaglia dopo le ottime prove di Wengen e Kitz, in cerca di riscatto Cristoph Innerhofer (stagione deludente) e Patrick Staudacher (buon avvio ma in parabola discendente da inizio 2010), interessante punto interrogativo su un Peter Fill recentemente tornato alle competizioni dopo l'infortunio patito in Argentina durante la preparazione estiva. Gigante dalle grandi aspettative per i nostri colori in virtù non solo della storica doppietta ottenuta in Alta Badia a fine dicembre, ma anche delle recenti ottime prestazioni dell'intera squadra azzurra: Max Blardone inevitabilmente nel novero dei favoritissimi, possibilità concrete di colpaccio per un rinato Davide Simoncelli, ruolo di pericolosi outsider per Alexander Ploner e Manfred Moelgg. E a quest'ultimo sarà affidato il compito di guidar la pattuglia azzurra anche tra i pali stretti dello slalom di chiusura: Moelgg e Razzoli a stretto contatto con i big di specialità, Thaler e Deville in cerca di miracolose zampate a cinque cerchi. Inferiori, invece, le attese per la supercombinata, ma la disciplina è solita regalare sorprese e colpi di scena: potrebbero aprofittarne Moelgg (già a podio in Val d'Isere due mesi fà), Fill (due podi in carriera) e Innerhofer (ottima predisposizione alla disciplina nonostante il buio stagionale), ridotte invece le velleità del giovanissimo Paris.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Discesa libera - 13 febbraio, ore 20.45
Fuochi d'artificio sin dal principio e programma olimpico dello sci alpino aperto, come di consueto, dalla gara che potremmo definire regina.
Diversi i pretendenti all'oro per una discesa che si preannuncia quanto mai imprevidibile. Favorito numero uno l'elvetico Didier Cuche, leader attuale della classifica di specialità e recente dominatore della mitica Streif di Kitzbuhel, ma le insidie maggiori potrebbero giungere proprio da un connazionale rossocrociato: son ben 12 le primavere in meno per Carlo Janka ma l'esperienza non manca di certo, la faccia tosta neppure. Basti guardare il palmarès di un campioncino che dodici mesi fà in Val d'Isere, alla prima apparizione in un Campionato del Mondo, è tornato a casa con un oro (gigante) e un bronzo (discesa) appesi al collo. Due successi stagionali in discesa, quattro complessivi, e una classifica generale di Coppa del Mondo ancora in bilico e contesa a Sua Maestà Benni Raich. Le premesse per dar spettacolo anche in terra canadese ci son tutte.
Gli svizzeri non saranno comunque soli, altrochè: a completare un'ipotetica prima fila troviamo i nomi del veterano austriaco Michael Walchhofer (11 discese in bacheca, iridato mondiale 2003 e argento olimpico a Torino2006) e del sempre spettacolare Bode Miller (7 successi in discesa, iridato mondiale 2005). Non è così ricca la bacheca di Werner Heel ma i recenti podi (Lake Louise e Kitz) fanno ben sperare, e a giocarsi una medaglia ci sarà anche il finanziere meranino. Osservati speciali i canadesi Manuel Osborne-Paradise ed Erik Guay, storicamente sempre a proprio agio sulle nevi di casa, e le mine vaganti Mario Scheiber e Andrej Jerman. Stagione sottotono per big del calibro di Svindal e Defago, ma escluderli dal novero dei papabili sarebbe alquanto azzardato.

Supercombinata - 16 febbraio, ore 19.00
Se la discesa è quanto mai aperta a qualsiasi esito, altrettanto può certamente dirsi per la supercombinata. Disciplina dagli equilibri incerti ed esiti che spesso dipendono dalla maggior o minor difficoltà delle tracciature di slalom e discesa. Discorso che viene meno se relazionato a chi, della disciplina, ne è diventato specialista: è il caso di Benni Raich, Ivica Kostelic e Silvan Zurbriggen, sulla carta i protagonisti principali dovrebbero essere loro. A chiudere la prima fila Carlo Janka (un successo stagionale a Beaver Creek, il secondo in carriera), sempre più a proprio agio tra i pali snodabili, ma speranze di medaglia strettamente collegate all'esito della manche di velocità. Altrettanto potrebbe dirsi per A.L. Svindal e Bode Miller, atleti con un sorprendente passato - neppure troppo remoto - in slalom, e per l'elvetico Didier Defago.
Il discorso medaglie va invece esteso ad altre due, ci si passi il termine, sottocategorie di favoriti. La prima è quella degli specialisti puri, e inevitabili osservati speciali saranno i giovani Natko Zrncic-Dim e Romed Baumann, entrambi già a podio in stagione e privi di quella pressione che graverà invece sulle spalle dei favoriti connazionali. La seconda è invece quella degli slalomisti/gigantisti alle prese con le più alte velocità quando le porte si allargano e si allontano tra loro: fondamentale riuscire, quindi, a contenere il gap nella prima manche prima di sferrare l'attacco sul terreno amico dello slalom. A Torino l'impresa riuscì allo statunitense Ted Ligety (da quel giorno mai più a podio in una prova di supercombinata, ma pur sempre nel novero dei favoriti), a Vancouver proveranno a far altrettanto Julien Lizeroux, Marcel Hirscher e, perchè no, il nostro Manfred Moelgg.
Filo di speranze azzurre legato anche alle sorti di chi, invece, ha compiuto il cammino inverso partendo dalla velocità: è il caso di Peter Fill e Cristof Innerhofer, ma anche del ventenne Dominik Paris, abile negli ultimi due mesi a ritagliarsi un posticino al sole grazie a costanti piazzamenti.

Supergigante - 19 febbraio, ore 20.30
E' universalmente considerata come la disciplina più tecnica, la più ostica. Difficile interpretare una gara che altro non è che un mix ibrido tra le linee dirette della discesa e le curve angolate del gigante, difficile interpretare un tracciato sul quale, a dispetto della discesa, non si ha la possibilità di provare nei giorni precedenti.
Eppure l'ipotetica griglia di partenza appare simile a quella pronosticata per la discesa: Cuche e Janka sempre favoritissimi, Miller e Walchhofer al loro fianco. Rimangono costanti anche le ottime quotazioni del nostro Werner Heel, mentre crescono esponenzialmente quelle del norvegese Aksel Lund Svindal, già vincitore quest'anno in Val Gardena e inevitabile favorito nella disciplina a lui più gradita. Benni Raich (attualmente al terzo posto nella classifica di specialità) si pone come il capostipite della recente generazione di gigantisti convertiti alle velocità delle porte più larghe: è il caso di Ted Ligety (miracoloso secondo nel super-g di Val d'Isere) o Ivica Kostelic (i cui piazzamenti ormai sono diventati prassi), ma non solo. Occhi come sempre puntati sui canadesi Guay e Osborne-Paradise (questa volta a posizioni invertite nella gerarchia dei favori), e ulteriori speranze azzurre riposte tanto in Patrick Staudacher (già secondo sulla pista Whistler nel super-g del 2008) quanto in Fill e Innerhofer: nella scalata al podio olimpico Werner Heel non sarà certamente solo.
Ultima doverosa menzione per campioni quali Marco Buechel (classe 1971) e Didier Defago (classe 1977): in una disciplina come questa l'esperienza è tutto, o quasi, a maggior ragione in un appuntamento olimpico che segna la stagione e, a volte, la carriera. A Torino vinse Kjetil Andre Aamodt, allora 34enne all'ultima fatica in carriera. E non fu un semplice caso.

Slalom gigante - 21 febbraio, ore 19.00
Strano a dirsi ma, recentemente, la lingua ufficiale di questa disciplina sembrerebbe proprio essere quella italica. Sette/otto atleti qualificati al via della seconda manche, qualche podio, tanti bei piazzamenti, e una doppietta sulle nevi di casa rimasta storica.
A Vancouver potremmo schierarne solo quattro - così impone il regolamento - e casa, seppur a malincuore, sono stati lasciati talenti come Schieppati, e i ritrovati Eisath e Gufler. Quattro moschettieri quindi, i migliori in termini di risultati ottenuti in questi mesi, tutti con ambizioni e velleità da podio, e non solo. Max Blardone tranquillamente nel novero dei favoritissimi e nel dire ciò non rischiamo certo di essere tacciati di eccessivo sciovinismo: cinque candidati alla medaglia aurea e, anche nelle liste dei maggiori bookmakers mondiali, il nome di Max campeggia in alto, molto in alto. Concorrenza agguerrita e aspra battaglia contro mezzo circus: occorrerà misurarsi con la freschezza mista a pazzia di Ted Ligety e Marcel Hirscher (dominatori nel doppio appuntamento di Kranjska), con l'esperienza di Benni Raich (oro a Torino, 14 sigilli in Coppa, due coppette di specialità) e con la classe di Carlo Janka (iridato 2009 agli ultimi campionati del Mondo). Ma la lista non termina qui. Inevitabile includere nella lista anche due dei più grandi gigantisti dell'era moderna quali Cuche e Svindal (entrambi a caccia di un podio che inizia a mancare da oltre due mesi, entrambi a caccia di una rivincita dopo le delusioni di Torino), cosiccome appare lecito nominare anche il norvegese Jansrud, assoluto protagonista dell'ultimo weekend sloveno di Coppa del Mondo culminato con due podi consecutivi.
Riduttivo etichettare Davide Simoncelli come semplice outsider di lusso dopo quanto messo in mostra ad Adelboden e in Badia, cosiccome appare strano relegare in terza fila il talento di Manfred Moelgg e Alexander Ploner. Meglio lasciare pressioni e oneri su spalle altrui, in fin dei conti le medaglie a tavolino non hanno mai scritto pagine di storia.

Slalom speciale - 27 febbraio, ore 19.00
Ultimo appuntamento del programma olimpico di sci alpino prima del passaggio di consegne a Sochi2014. Non ci sarà capitan Giorgio Rocca ma il cancelletto di partenza sarà comunque a forti tinte tricolori: Giuliano Razzoli e Manfred Moelgg in piena lotta per una medaglia, Patrick Thaler e Crisian Deville all'inseguimento di un sogno a cinque cerchi.
Lo slalom, si sa, è una sorta di terno al lotto in cui i pronostici difficilmente vengono rispettati e le sorprese sono all'ordine del giorno. Eppure, strano a dirsi, a Vancouver l'unica gara dal risultato un po' più scontato sembrerebbe essere proprio questa: non che il pronostico sia chiuso come nella velocità al femminile, non che sia consigliabile giocarsi fortune o risparmi di una vita, ma il favorito stavolta è uno, e uno soltanto. Reinfried Herbst, austriaco di Unken, quattro vittorie in stagione su otto appuntamenti, un terzo, un quinto posto e due ritiri. Come dire, non saremo su livelli da cannibalismo in stile Lindsey Vonn, ma il gap è notevole.
Avversari? Tanti, forse troppi, e discorso-medaglia che coinvolge almeno una decina di atleti. In primis Julien Lizeroux, unico in grado di tener testa all'austriaco in Coppa del Mondo (nonostante il confronto, impetoso, reciti 4-1) e ancora in lotta per lo scettro di specialità a una sola gara dal termine. Ottime condizioni di forma per Felix Neureuther (fresco vincitore a Kitzbuhel) e Marcel Hirscher, status di mina vagante per il canadese Janyk e per il nostro Razzoli (risultati altalenanti spesso relazionati alle differenti tracciature). Esperienza, solidità e precisione le armi principali per Benni Raich (oro olimpico a Torino) e Ivica Kostelic (successo stagionale a Wengen), sicuramente all'attacco il nostro Moelgg e l'austriaco Pranger (iridato 2009 e campione del Mondo in carica). Ruolo di outsider per l'elvetico Zurbriggen e gli svedesi Myhrer e Hargin.
Di carne al fuoco ce n'è parecchia, si aprano le danze.

Davide Collareta

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