giovedì 11 febbraio 2010

Ultima tra le discipline invernali ad aver fatto il suo ingresso nella famiglia olimpica- era Nagano '98- lo snowboard nasce negli anni '60 negli States con l'intento di fondere surf e skateboard in salsa invernale.
La diffusione nel Vecchio Continente è stata abbastanza rapida, anche a livello agonistico, soprattutto in Francia e Svizzera, tanto che quest'ultima può vantare un numero di ori olimpici (5) pari a quello degli Stati Uniti.

Tre le specialità che assegnano medaglia: a gigante parallelo e half pipe, presenti ai giochi fin dall'esordio, si è aggiunta a Torino la spettacolare gara di cross. Ancora acerbi i tempi per l'altrettanto suggestivo big air.
Nel gigante il tabellone ad eliminazione diretta è stabilito da quanto accaduto nelle due manche di qualificazione, sempre in parallelo, su entrambi i tracciati della pista denominati “rosso” e “blu”. I migliori sedici tempi totali accedono quindi agli scontri diretti, sempre su due manche.
Nell'half pipe- letteralmente “mezzo tubo”- gli atleti percorrono un canale innevato compiendo evoluzioni ed acrobazie giudicate da una giuria in base alla difficoltà ed alla riuscita stilistica delle stesse. Nella gara olimpica, dopo una prima prova di qualifica, vengono selezionati i 12 migliori snowboarder che accedono alle due manche di finale. La classifica viene stilata in base al migliore tra i punteggi ottenuti nelle due prove.
Nella gara di cross- o più semplicemente “x” nel gergo- gli snowboarder sono chiamati a competere corpo a corpo su un tracciato ricco di insidie quali curve paraboliche, sconnessioni e salti, cui si aggiunge la componente data appunto dal contatto fisico. Le batterie, ognuna composta da quattro atleti, sono stabilite dalle due manche di qualificazione (in questo caso i tempi non si sommano come nella gara in parallelo, ma si seleziona il miglior tempo tra le due prove). Alle batterie accedono i migliori 32 della gara maschile, e le migliori 16 in quella femminile. Ogni batteria qualifica i primi due atleti al turno successivo.

La tradizione azzurra, per quanto di recente conio, può vantare già due medaglie olimpiche. A Nagano, Thomas Prugger “rischiò” di essere il primo campione di gigante della storia a cinque cerchi: battuto in finale dal Canadese Ross Rebegliati, i sogni dorati sembrarono riaccendersi quando l'antidoping comunicò la positività di Rebegliati ai cannabinoidi. Dopo una lunga querelle, l'oro del Nord-Americano venne confermato, non senza polemiche. Ai giochi di Salt Lake City, fu invece Lidia Trettel a perseverare la tradizione degli snowboarder azzurri con il podio olimpico: bronzo nel gigante dietro le Francesi Isabelle Blanc e Karine Ruby, quest'ultima scomparsa tragicamente lo scorso maggio durante una scalata sul Monte Bianco. Ma anche in terra Americana la spedizione azzurra fu al centro di numerosi malumori per il quarto posto di Giacomo Kratter nell'half pipe in una gara dove- parve- che la giuria fece qualcosa in più del dovuto per permettere un podio tutto in tinta con i colori di casa a stelle e strisce. Infine Torino dove, pur venendo meno la tradizione con il podio, non mancò quella con le polemiche. Isabella dal Balcon, dopo una prima esclusione dalla squadra azzurra, si rivolse al Tas che ne decretò la riammissione. A questo punto i tecnici azzurri mandarono a casa Corinna Boccaccini, la quale minacciò un iter identico a quello della compagna di squadra. Alla fine, a farne le spese fu la vice-campionessa olimpica in carica Lidia Trettel costretta a fare un passo indietro e ad auto-escludersi dai giochi. Per i colori azzurri si risolse tutto con una figuraccia sia sul campo che fuori.

Ad ospitare le gare dei prossimi giochi olimpici saranno i complessi (scarsamente) innevati di Cypress Mountain, gli stessi su cui si daranno anche gli atleti del freestyle.

IL PASS PER VANCOUVER

Centonovanta gli atleti che la FIS ammetterà ai prossimi giochi. Tra gli uomini voleranno a Vancouver 30 atleti nel GS parallelo, 40 nell'half pipe e 35 nel cross. Trenta saranno invece le donne nel gigante e nell'half pipe, mentre 25 prenderanno parte alla gara di cross.
Criterio richiesto per il pass olimpico, la presenza tra le prime trenta posizioni di coppa del Mondo, o- in alternativa- dei campionati iridati, oltre ad un minimo di 100 punti nel ranking FIS. Non più di quattro gli atleti per nazione in ogni gara. La federazione ha inoltre posto in 18 il numero massimo di atleti per un singolo comitato olimpico.

Stati Uniti, Canada, Francia e Svizzera le nazioni che potranno contare sul contingente completo. Molto competitiva anche la rappresentanza Austriaca nelle gare in parallelo, e quella Giapponese nell'half pipe.

GLI ITALIANI IN GARA

Ben undici i componenti di una squadra, quella azzurra, che sarà in Canada con il ruolo di outsider. Abbastanza ridotte infatti le speranze di salire su uno dei sei podi che andranno in scena a Vancouver. Sarà una spedizione dai connotati decisamente maschili: ben otto gli uomini a fronte di appena tre ragazze, ed anche le poche speranze di medaglia sono riposte nel sesso forte.
Nel gigante si conta sull'esperienza di Rolly Fischnaller, e sull'entusiasmo di Aaron March. Il trentenne di Funes sarà alla sua terza esperienza a cinque cerchi: 19° nel 2002, 13° a Torino, si spera che la sua progressione olimpica possa compiere un balzo più netto in terra canadese, anche se un piazzamento tra i dieci sembra traguardo decisamente più realistico. Per Aaron March, quella di Vancouver sarà invece la prima esperienza olimpica. Il 23enne di Nats potrà andarci con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere; forte del suo quasi-podio nello slalom inaugurale di coppa, gli si chiede di superare lo scoglio delle qualificazioni e giocarsi il tutto per tutto. Senza grosse velleità la presenza di Meinhard Erlacher.
Nella stessa gara al femminile saranno Carmen Ranigler e la già citata Corinna Boccaccini. Per entrambe la non entusiasmante stagione di coppa lascia presupporre ad un ruolo da comprimarie.

Nell'half pipe l'Italia sarà presente con il solo Manuel Pietropoli. Il ragazzo di Lonato sarà, non ancora 20enne, alla sua seconda rassegna a cinque cerchi: a Torino, poco più che 15enne, ottenne 4.1 punti, un decimo in più del Polacco Ligocki, ultimo. In Canada Manuel punterà all'ingresso in finale.

Infine la gara di cross dove i colori azzurri punteranno forte su Alberto Schiavon. Dopo una stagione di coppa non troppo entusiasmante, il ragazzo di Madonna di Campiglio sembra aver dato una sterzata importante con il terzo posto ai recenti x-games di Aspen- vera Mecca della tavola- in una finale tutta Statunitense. Difficile prevedere una medaglia, ma in una specialità così fortemente aleatoria sperare non costa nulla. Nella stessa gara saranno anche Simone Malusà, Stefano Pozzolini e Federico Raimo, mentre- tra le ragazze- i colori azzurri saranno rappresentati dalla sola Raffaella Brutto.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Difficile effettuare pronostici in virtù dello snobbismo che caratterizza la fortissima squadra Statunitense nei confronti del circuito di CdM, a discapito di circuiti più remuneranti. Fenomeno accentuato per le gare di half pipe, che molto seguito hanno negli States. Il circus di coppa, e spesso persino i Campionati del Mondo, assumono quindi connotati decisamente sminuiti, rispetto a molte altre discipline degli sport invernali, dalla presenza dello World Snowboard Tour (TTR) e da manifestazioni quali gli x-games organizzati da espn.

Gare Femminili

Gigante parallelo – I Paesi Bassi portano nel proprio nome una stridente antitesi con quello che dovrebbe essere il mondo della montagna e dello sci. La tradizione degli sport invernali è lì perseverata solo nel pattinaggio di velocità o, al più, dallo short track: ma il denominatore comune delle lamine e del ghiaccio pare imprescindibile. Difficile- se non impossibile- immaginare una ragazza di De Hoef, 913 anime ad un soffio da Utrecht, che riesca a primeggiare sulle nevi dello snowboard. Eppure Nicolien Sauerbreij- 30 anni e due precedenti olimpici- si presenterà al cancelletto di Cypress Mountain con i favori del pronostico. Ad impedire che l'improbabile accada, tante austriache, su tutte Doris Guenther. La svizzera Fraenzi Maegert Kohli, campionessa iridata di slalom, e la tedesca Amelie Kober, argento a Torino appena 19enne e vincitrice dell'ultimo gigante di coppa prima dei giochi. A far da outsider le solite Americane, spesso latitanti nel circuito di coppa.
A Torino- la Kober venne sconfitta in finale dalla svizzera Daniela Meuli. Finalina per il bronzo alla statunitense Rosey Fletcher.

Half Pipe- si profila la solita gara nella gara, quella tra le atlete a stelle e strisce. Due terzi del podio di Torino torneranno per bissare la medaglia Hannah Teter e Gretchen Bleiler, quest'ultima fresca vincitrice degli x-games. Tentativo di bis anche per Kelly Clark che conquistò l'oro a Salt Lake City. Quarto incomodo potrebbe essere la 20 enne Elena Hight. Come in una faida tra Orazi e Curiazi, alle quattro statunitensi si opporranno altrettante cinesi: la leader di coppa Xuetong Cai (classe '93), la campionessa iridata Jiaju Lu('92), oltre a Zhifeng Sun e Xu Chen entrambe classe '91. Ad intromettersi ci proverà l'espertissima nipponica Soko Yamaoka. Uniche speranze per il vecchio continente affidate alla francese Sophie Rodriguez.
A Torino- alle spalle di Teter e Bleiler, si classificò la norvegese Kjersti Buaas.

Cross- Grande favorita e autentica leggenda di questa specialità è la statunitense Lindsey Jacobellis. Al carniere della 24enne del Connecticut, ricco di ben quattro titoli iridati, manca solo l'alloro più prestigioso: la vittoria olimpica. Medaglia- l'oro olimpico- sfuggitale per un peccato di gioventù quando, appena ventenne, si lasciò andare ad una eccessiva esultanza sull'ultimo dosso del tracciato di Bardonecchia. Risultato, una caduta ingloriosa, l'oro regalato alla svizzera Freiden oltre alla figura più “barbina” di quella rassegna olimpica. Ad impedire l'appuntamento tra Lindsey ed il gradino più alto del podio ci proveranno le padrone di casa Melle Ricker- leader di coppa- e Dominique Maltais, atleta dalla grande esperienza già bronzo a Torino. Da medaglia anche la Norvegese Helene Olafsen, seconda sia in coppa che agli x-games. Ruolo da outsider per la 22enne bulgara Jekova e per l'altra statunitense Anderson. Poche- invece- le speranze per Tanja Freiden di concedere il bis.
A Torino- come detto, Freiden su Jacobellis e Maltais.

Gare Maschili

Gigante Parallelo- gli austriaci Benjamin Karl e Andreas Prommegger, dominatori della stagione di coppa, proveranno a guastare la festa dei padroni di casa JJ Anderson- probabilmente il favorito n°1- e Michael Lambert. Canadesi che potranno contare anche su Matthew Morison, seppur non nella sua stagione migliore. Punte di diamante della squadra francese sono invece il navigato Mathieu Bozzetto ed il vice-campione del mondo 2007 Sylvain Dufour. Speranze da podio anche per lo sloveno Rok Flander, mentre dovrebbe essere presente solo il maggiore dei fratelli elvetici Scoch, Simon.
A Torino- finale fratricida tra Phillip e Simon Scoch, la spuntò il primo- e minore- dei due. Bronzo all'austriaco Siegfried Grabner.

Half Pipe- Gli statunitensi saranno a Vancouver per riprendersi il podio intero, fallito a Torino per via dell'intrusione- sul terzo gradino del podio- del finlandese Markku Koski. Gli x-games indicano ancora in Shaun White l'indiziato principale nella corsa all'oro. Questa volta però, le insidie maggiori per il “senor blanco” non sembrano provenire dai connazionali. Rivali principali saranno, verosimilmente, lo svizzero Iouri “Ipod” Plodlatchikov, il giapponese Kazuhiro Kokubo ed il finlandese- leader di coppa- Janne Korpi. La pattuglia degli States sarà impreziosità da Greg Bretz, Louie Vito e Scotty Lago.
A Torino- oro a Shaun White, argento al compatriota Daniel Kass. Bronzo al finnico Markku Koski.

Cross- sarà Francia vs Usa. Per i primi, in campo il leader di coppa Pierre Vaultier ed i due fratelli De la Rue: il regolarissimo Xavier più del bronzo olimpico in carica Paul-Henry. Per i nordamericani Nate Holland, Graham Waltanabe, Seth Wescott ed il bronzo iridato Nick Baumgartner. Proveranno ad inserirsi i padroni di casa Robert Fagan e Drew Neilson, oltre- ci auguriamo- al nostro Alberto Schiavon.
A Torino- Seth Wescott si impose in finale. Argento allo slovacco Radoslav Zidek, bronzo a P-H De la Rue.

Marco Cinelli

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