mercoledì 3 febbraio 2010


E' la disciplina più amata, più seguita, più conosciuta. Almeno in Italia. Ma di sicuro è la più praticata, e il discorso è valido in tutto il mondo. Lo sci alpino entra nel calendario olimpico a partire dalla IV edizione dei Giochi - località Garmisch-Partenkirchen, correva l'anno 1936 - e nacque subito un caso: maestri di sci esclusi dalle competizioni poichè etichettati come professionisti, Austria e Svizzera che boicottano l'evento e tornano a casa. Inizialmente la combinata era l'unica disciplina presente, dodici anni più tardi vengono introdotte anche discesa e slalom speciale (St. Moritz, 1948), mentre occorrerà attendere sino alla VI edizione dei Giochi per assistere all'esordio dello slalom gigante (Oslo, 1952). E' storia recente, invece, l'istituzione da parte della Fis del supergigante, quinta disciplina dello sci alpino introdotto nel circuito di Coppa del Mondo a partire dal 1985 e presente ai Giochi Olimpici soltanto a partire dalla XV edizione (Calgary, 1988).
A Vancouver vi sarà la prima grande novità: va nuovamente in pensione la combinata (già accantonata nel 1948 dopo sole due edizioni, e riammessa nel 1988), sostituita, per la prima volta nella storia a cinque cerchi, dalla giovane e più avvincente supercombinata (discesa seguita da singola manche di slalom).
Le gare avranno luogo a Whistler Creekside, 125 km a nord di Vancouver. Si inizia il 13 febbraio con la discesa, si chiude il 27 con lo slalom, sempre al maschile. Gare visibili in orari ottimali per il pubblico europeo con prime manche previste alle ore 19, seconde dopo le 22, discese e super-g attorno alle 20/21.
Inutile citare grandi nomi e protagonisti del passato, occorrerebbe scrivere pagine su pagine e non basterebbe comunque. Tuttavia il medagliere storico parla chiaro: Austria nazione leader per distacco, il resto dell'Europa, in primis quella alpina (Svizzera, Francia, Italia e Germania), a far da outsider. Ma oltreoceano il guanto di sfida è già stato lanciato: da un lato i più grandi personaggi mediatici di ultima generazione quali gli statunitensi Miller e Vonn, dall'altro i padroni di casa, eredi ed erediterie di ciò che rappresentarono i Crazy Canucks. Una sfida tra continenti dal risultato quanto mai incerto.

IL PASS PER VANCOUVER

La FIS ha fissato a 320 il numero massimo di sciatori presenti a Vancouver. Non più di 22 per comitato olimpico, massimo 14 per sesso.
Conditio sine qua non per partecipare, la presenza nei primi 500 delle liste e non più di 120 punti FIS nel singolo evento, con il limite di 4 atleti per rappresentanza in ogni gara.
Per garantire una più ampia partecipazione geografica in conformità con lo spirito olimpico, è prevista la presenza di una "quota base" per le nazioni solitamente estranee al circuito di coppa. Tali nazioni potranno quindi schierare un atleta per sesso in slalom o gigante a patto che questi abbia preso parte ai mondiali 2009 e non superi i 140 punti FIS al 25 gennaio 2010.

LE ITALIANE IN GARA

Sono nove le azzurre convocate dal CT Much Mair, ultima delle quali Johanna Schnarf in sotituzione dell'infortunata Nadia Fanchini. Maggiori, se non uniche, possibilità di medaglia nello slalom gigante, disciplina nella quale potremmo affidarci all'esperienza di Manuela Moelgg, Denise Karbon e Nicole Gius (le quali prenderanno il via anche nello slalom speciale), nonchè alla freschezza della giovane promessa Federica Brignone. Il quartetto impegnato tra i pali stretti sarà infine completato da Chiara Costazza, mentre nelle due prove veloci (super-g e discesa) i nomi sono quelli di Elena Fanchini, Daniela Merighetti, Lucia Recchia e Johanna Schnarf. Diversi, invece, i dubbi relativi alla supercombinata, gara d'apertura del programma al femminile: Schnarf e Merighetti uniche azzurre sicuramente presenti, alone di mistero per quanto riguarda gli ultimi due posti disponibili.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Supercombinata - 14 febbraio, ore 19.00
Gara apertissima e sostanziale lotta a 4 per la vittoria. Primissima fila per Maria Riesch e Lindsey Vonn, con la tedesca leggermente favorita in virtù di una miglior attitudine al palo snodabile. Sulle regine del circus incombe però, con fare sempre più minaccioso, una ritrovata Anja Paerson, recente vincitrice dell'ultima supercombinata di Coppa del Mondo disputatasi a St. Moritz. A chiudere il gruppone delle favoritissime l'austriaca Kathrin Zettel, le cui sorti dipenderanno principalmente dall'esito della manche iniziale di discesa: doveroso limitare i danni nell'alta velocità, in modo tale da riuscire a giocare le proprie carte tra i pali stretti. Se i discorsi aurei dovrebbero limitarsi a questi quattro nomi, i giochi per le restanti medaglie potrebbero estendersi a un gruppetto di outsider decisamente più folto: in primis la slovena Tina Maze, in rapida ascesa dopo gli enormi progressi evidenziati di recente in slalom, e seconda fila chiusa dall'intero plotone austriaco composto da Lizzie Goergl e Michaela Kirchgasser, già a podio in questa stagione, e dalla giovanissima Anna Fenninger. Leggermente meno quotata nei pronostici, ma pur sempre a ridosso delle migliori, l'elvetica Fabienne Suter, mentre sorprese di rilievo potrebbero giungere da slalomiste di livello quali Sandrine Aubert e Sarka Zahrobska. Speranze azzurre circoscritte a un piazzamento in top10 per mano di Johanna Schnarf.

Discesa libera - 17 febbraio, ore 20.00
Il ruolino di marcia stagionale di Lindsey Vonn parla chiaro e sembrerebbe fugare ogni sorta di dubbio. Copione sempre identico a prescindere da pendii, tracciati, condizioni metereologiche e avversarie: distacchi apocalittici e superiorità imbarazzante. Cinque vittorie in altrettante gare, prima della dèbacle, se così possiamo definire un quinto posto, in cui è incappata nell'ultimo weekend di Coppa del Mondo. Maria Riesch e Anja Paerson uniche atlete in grado di insidiare (eufemismo) l'americana, e lotta per il podio che sembrerebbe circoscritto alle tre in questione. Tante le possibile outsiders ma il gap appare notevole: attenzione alle canadesi Brydon e Janyk, storicamente sempre a proprio agio sulle nevi di casa, e occhi puntati anche sulla transalpina Jacquemod, nuovamente sugli scudi dopo anni in sordina.
Obiettivi azzurri limitati a un discreto piazzamento, in primis per Recchia e Merighetti, ma speranze da podio prossime allo zero.

SuperGigante - 20 febbraio, ore 19.00
Ancora Lindsey Vonn e il discorso appare simile a quanto fatto per la discesa: cinque gare in stagione, altrettanti podi tra cui tre vittorie, e coppetta di specialità già spedita negli States. Lotta per la medaglie decisamente più aperta con almeno una decina di atlete coinvolte: Anja Paerson si conferma la prima inseguitrice al pari con l'elvetica Fabienne Suter, statisticamente e storicamente abbonata al secondo gradino del podio nelle gare di Coppa del Mondo. Spedizione elvetica che, nonostante gli infortuni occorsi a Schild ed Aufdenblatten (già vincitrice in questa stagione), potrà comunque far affidamento anche su specialiste del calibro di Styger, Dettling e una a scelta tra Kamer e Gisin. Anche l'Austria si candida al ruolo di protagonista: Goergl e Fischbacher con serie velleità da podio, Fenninger pericolosa outsider. Occhi sempre puntati su Jacquemod e Maze, appare invece più attardata Maria Riesch, quest'anno ancora alla ricerca del giusto feeling in una disciplina storicamente foriera di successi per la campionessa di Garmisch.
Discorso sulle velleità azzurre che non si discosta da quanto già scritto per discesa e supercombinata: entrare nei 10 è possibile, sognare un podio parrebbe utopistico.

Slalom gigante - 24 febbraio, ore 19.00
Semplicemente la Gara. Un'evento costantemente nei sogni di Karbon & C. da qualche anno a questa parte, una data rincorsa tra infortuni, cali di forma e risultati che ultimamente stentano ad arrivare. Non partiamo come favoriti, questo no, ma le premesse per strappare una medaglia ci sono tutte: Manuela Moelgg e la grinta mista a coraggio di chi è tagliato per i singoli appuntamenti, Denise Karbon e l'esperienza di chi è abituato a vincere, Nicole Gius e la classe di chi i Giochi li ha riacciufati per un pelo, Federica Brignone e la beata incoscienza di chi sa di essere fenomeno. Quattro atlete, quattro assi in odor di medaglia per una spedizione che, dopo il forfait di Nadia Fanchini, è costretta a fare all-in sul tavolo del gigante.
La concorrenza è tanta ma i distacchi nei pronostici appaiono minimi. Un solo nome, ma due cognomi su tutte: Kathrin Hoelzl, tre podi e due vittorie in stagione, e Kathrin Zettel, quattro podi e una vittoria. Le favoritissime sono loro, e loro si giocheranno la coppetta di CdM nell'ultimo gigante di Garmisch. Ma nella gara secca tutto può accadere e doveroso è estendere il novero delle pretendenti all'oro olimpico: Tina Maze si presenterà sui pendii di Whistler nella miglior condizione possibile, Tanja Poutiainen è tornata recentemente al successo (il secondo stagionale) sulle Tofane di Cortina, mentre la giovanissima Victoria Rebensburg ha regalato sulla stessa pista spettacolo e segnali sbalorditivi. Ai suddetti nomi occorre aggiungere quelli delle transalpine Worley (già vincitrice ad Are) e Barioz, della svedese Pietilae-Holmner, delle campionesse Vonn, Paerson e Riesch, e del sempre competitivo plotone austriaco il quale, oltre alla favoritissima Zettel, schiererà al via anche Kirchgasser, Brem e Goergl (o Fischbacher?). Una ventina di atlete in battaglia per sole tre medaglie. E questa volta non saremo semplici spettatori.

Slalom speciale - 26 febbraio, ore 19.00
Ancor più incerta, strano a dirsi, la lotta per la vittoria nell'appuntamento finale con i pali stretti. Se il copione d'inizio stagione andato in scena a Levi, incentrato sull'eterno duello Riesch vs. Vonn da cui ne è uscita vincente la tedesca, pareva simile se non identico a quanto visto sino a qualche mese prima, le cose pian pianino hanno preso pieghe differenti. Ad Aspen è stato il turno della ceca Sarka Zahrobska, ad Are la prima assoluta di Sandrine Aubert, a Lienz si è consumato il ritorno di Marlies Schild e, come se non bastasse, nell'ultimo slalom di Maribor è giunto anche il sigillo di Kathrin Zettel. Sette slalom e ben cinque vincitrici differenti (uniche doppiette per Schild e Aubert), per una stagione di incredibile abbondanza e incertezza. Lotta per la vittoria che, sulla carta, dovrebbe essere ristretta alle sei atlete menzionate, ma è doveroso estendere il novero delle favorite ad almeno un altro paio d'unità: il primo nome è quello di Tina Maze, in progressione pazzesca nel mese di gennaio concluso col secondo posto sulle amate nevi di Maribor, mentre il secondo reca la firma di Susanne Riesch (sorella minore della favoritissima Maria), nel cui palmares compaiono soltanto vittorie sfiorate e sfumate per poco, ma anche costanti piazzamenti a ridosso della vetta. Il tutto senza ovviamente dimenticare l'esperienza e la classe di chi il sapore della vittoria lo conosce a fondo: sono ben 5 i successi in carriera tra i pali stretti per Tanja Poutiainen, addirittura 17 quelli della veterana Anja Paerson, nella cui bacheca figura anche l'oro olimpico conquistato a Torino quattro anni or sono.
Azzurre fortemente ridimensionate nonostante i risultati positivi messi a referto nelle due stagioni precedenti: per Moelgg, Gius, Costazza e Karbon aspirare a qualcosina di più di un onorevole piazzamento sembra impresa titanica, o quasi. Nella speranza, però, che il risultato ottenuto tra le porte del gigante 48 ore prima riesca a mettere le ali alle nostre campionesse.

Davide Collareta

1 commento:

  1. Questo Collareta ne sa a iosa!!!! Bravo, preciso e chiaro....

    forza azzurre

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