martedì 2 febbraio 2010

Testa dietro e pancia verso il cielo. E' la posizione supina, con i piedi rivolti a valle, ciò che distingue lo slittino dallo skeleton. La macchina è tutt'uno con l'uomo che la manovra. Dalla spinta iniziale al susseguirsi di curve a velocità sempre maggiore, l'atleta automatizza i movimenti, limitandoli al massimo per minimizzare l'attrito sul ghiaccio. Un proiettile lanciato a ben oltre 100 km/h senza margini di errore, pena rallentamenti o, nel peggiore dei casi, cappottamenti.

Lo slittino, con skeleton e bob, c'è andato a braccetto per diverse decadi. Nel 1913 la prima Federazione degli sport con slitta, fondata a Dresda. Poi prese la propria strada, fu eletta disciplina olimpica anche in sostituzione dello skeleton (che dal 1948 al 2002 sparì dal programma), e nel 1957 si edificò una Federazione Internazionale tutta sua. Nell'edizione del 1964 a Innsbruck l'esordio. Sempre tre le gare previste: singolo uomini, singolo donne e doppio. Teoricamente il doppio è aperto ad entrambi i sessi, dunque virtualmente potrebbero gareggiarvi anche le donne. Ma mai tale evenienza si è verificata, e ormai è prassi considerare il doppio gara prettamente maschile.

Le gare più importanti si svolgono su piste artificiali, in cui la sequenza di curve è plasmata da interventi dell'uomo e la consistenza del manto ghiacciato è sotto controllo. Vi è un circuito parallelo che si svolge su piste naturali, ricavate ad esempio su strade tra boschi alpini. Le asperità del terreno obbligano l'atleta ad utilizzare anche le mani o le braccia per guidare la sua slitta, le pressioni delle gambe o i leggeri spostamenti del busto non sono sufficienti.

La nazione storicamente più titolata è senz'altro la Germania, prima e dopo l'unificazione. Italia e Austria si sono ritagliati spazi più che dignitosi.

In campo maschile, in particolare, gli ultimi 20 anni sono stati marchiati a fuoco da due atleti straordinari, probabilmente i migliori della storia: il tedesco Georg Hackl, tre ori ad Albertville, Lillehammer e Nagano e due argenti a Calgary e Salt Lake City; l'azzurro Armin Zoeggeler, bronzo a Lillehammer, argento a Nagano e poi doppio oro negli Stati Uniti e a Torino.

IL PASS PER VANCOUVER

Piuttosto semplici le strade della qualificazione ai Giochi. 110 posti disponibili, così ripartiti: 40 per la gara maschile, 30 per quella femminile, 20 (per due) per il doppio. Il contingente di ogni nazione può essere costituito massimo da 10 atleti, precisamente da 3 uomini, 3 donne e 2 coppie di doppio. Per stilare la graduatoria il riferimento è la classifica di Coppa del Mondo della stagione 2008-2009 e quella della stagione corrente, ma solo fino al 31 dicembre. Condizioni ugualmente sufficienti per entrare in lista d'attesa: un piazzamento tra i primi 30 (per gli uomini), tra le prime 20 (per le donne) o tra i primi 16 (per i doppi) in gare di Coppa entro i limiti temporali suddetti; altrimenti, l'aver acquisito punti in 5 diverse edizioni di Coppa del Mondo, anche a livello juniores.

Evidentemente, i posti lasciati liberi da atleti di nazioni già "colme" sono utilizzati per favorire la partecipazioni di altri paesi e, com'è ovvio, per garantire la presenza di slittinisti canadesi.

GLI ITALIANI IN GARA

Senza dubbio lo slittino è una della specialità più attese dai tifosi e dagli addetti ai lavori italiani. Armin Zoeggeler tenterà il magico tris d'ori, e la quinta medaglia in edizioni olimpiche consecutive. Due record che appartengono al già citato Georg Hackl e che il carabiniere altoatesino potrebbe eguagliare a 36 anni compiuti. La nona Coppa del Mondo della carriera conquistata lo scorso weekend a Cesana, quinta consecutiva, lo elegge a ovvio favorito. Competitivi anche gli altri due azzurri: Reinhold Rainer e David Mair, quest'ultimo preferito a Wilfried Huber (che così non potrà disputare la settima olimpiade della carriera, un record assoluto per quanto riguarda le discipline invernali). Rainer ha vinto prove di Coppa del Mondo ed è alla terza partecipazione ai Giochi ma senza allori al collo, Mair ha un passato sulle piste naturali e quello al Whistler Sliding Centre sarà un debutto a cinque cerchi. Entrambi possono aspirare ad un posto tra i primi 7, e se qualcuno dei più forti sbaglia, sono pronti a prenderne il posto nella top 5.

In campo femminile una sola azzurra in gara, ovvero Sandra Gasparini. Poco più che 19enne, la ragazza di Vipiteno ha ottenuto qualche settimana fa sul budello di Winterberg il miglior piazzamento della giovane carriera, un nono posto che ha particolare valore al termine di una stagione poco significativa a livello di risultati. Attualmente Sandra è un prospetto interessante (tecnicamente è ancora una juniores) ma comunque lontana dalle migliori della disciplina. Un piazzamento intorno alla decima posizione sarebbe ottimo.

Nel doppio altre concrete speranze di medaglia. Da una parte i campioni mondiali in carica e bronzo a Torino, ovvero Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder. Dall'altra Christian Oberstolz e Patrick Gruber, ai vertici planetari da diverse stagioni (vincitori della sfera di cristallo nel 2005 e terzi nella classifica generale 2009/10) ma ancora all'asciutto in quanto a squilli iridati e olimpici. L'Italia punta senza mezzi termini a portare almeno una coppia sul podio. Probabilmente Oberstolz e Gruber sono più in palla in questo momento, ma daremmo ad entrambi i binomi le stesse possibilità di medaglia.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Singolo maschile

A dispetto di quanto succede in ogni altra competizione internazionale, la gara di slittino (come anche in ambito femminile) si svolge su 4 manche. In qualche modo la doppia fatica cambia le carte in tavola, perchè garantisce l'adattamento anche agli atleti che trovano qualche difficoltà, permette di mitigare gli effetti di un errore. E, in senso psicologico, richiede concentrazione e fermezza.

Il favorito è senza dubbio Zoeggeler, che si è dimostrato anche quest'anno il più continuo. L'altoatesino ha avvicinato il budello di Whistler a quello di Cesana Pariol, facendo intendere di essere pronto tecnicamente a ciò che la pista canadese richiederà ma scongiurando sbalzi termici che ne potrebbero rallentare l'azione. Lo stesso Zoeggeler ha però individuato nel russo Albert Demtschenko, argento a Torino, l'uomo da battere per l'oro olimpico. L'esperto russo, genio e sregolatezza del circuito, ha trovato quest'anno continuità di risultati ed è l'unico che ha impensierito il nostro alfiere nella corsa alla sfera di cristallo. A quanto pare nei test sul circuito di Whistler è tra i migliori, e la sua confidenza con le gare secche è nota.
Poi ci sono i tedeschi: il bicampione mondiale Felix Loch è un altro che quando la posta in gioco è alta è sempre pronto. Il suo connazionale David Moller è ai vertici della disciplina da diverse stagioni.
Attenzione alla sorpresa canadese: Sam Edney ha testato più di tutti il budello olimpico, lo conosce centimetro per centimetro, e chissà che non faccia valere la maggiore familiarità proprio sulle quattro manche.
A Torino vinse Armin Zoeggeler su Demtschenko e il lettone Martins Rubenis

Singolo femminile

Qui è più che lecito attendersi una sfida in famiglia tra tedesche. Tatjana Hufner, bicampionessa mondiale e vincitrice delle ultime 3 sfere di cristallo, è una macchina perfettamente oliata. 5 vittorie su 8 gare quest'anno, mai è scesa oltre la seconda posizione. Non può che essere la favorita per l'oro, dopo il bronzo del 2006. Maggiore antagonista sarà la compagna di squadra Natalie Geisenberger, anch'essa mai uscita dal podio nella Coppa del Mondo appena terminata. Pure la terza tedesca, Anne Wischnewski, avrà aspirazioni di podio.
Antenne puntate sulle nord-americane. La statunitense campionessa mondiale in carica, Erin Hamlin, ha dimostrato negli ultimi tempi di non essere così lontana dalle teutoniche e deve essere considerata una minaccia seria allo strapotere tedesco. Ancor più pericolosa Alex Cough, arrivata al miglior risultato stagionale a Cesana Pariol e in confidenza con il tracciato dello Whistler Sliding Centre.

A Torino manco a dirlo fu tripletta tedesca. Sylke Otto bissò il titolo di Salt Lake City 2002 davanti a Silke Kraushaar e proprio Tatjana Hufner.

Doppio

Italia-Germania. In sintesi dovrebbe essere questa la sfida per il metallo più prezioso. La Coppa del Mondo 2009-2010 ha stabilito una precisa scala di valori: davanti i due binomi tedeschi, composti da Andre Florschutz e Torsten Wustlich (primi in classifica generale quest'anno e argento mondiale e olimpico in carica) e Alexander Resch e Patric Leitner (5 volte sul podio in Coppa quest'anno, oro olimpico a Salt Lake City e plurimedagliati nell'ultimo decennio), appena dietro gli azzurri Oberstolz e Gruber (anch'essi 5 volte sul podio di Coppa e sempre altamente competitivi).
Un podio composto da queste tre coppie è piuttosto probabile. Curioso, però, che i campioni olimpici e mondiali in carica siano altri. E allora spazio ai temutissimi fratelli Andreas e Wolfgang Linger, austriaci che si vestirono d'oro a Torino e che dunque sono capaci di guizzi di tale portata, e agli altri azzurri Plankesteiner-Haselrieder, campioni mondiali nel 2009 a Lake Placid. Outsider i fratelli Sics dalla Lettonia, e la coppia statunitense formata da Christian Niccum e Dan Joye.

A Torino i Linger brothers trionfarono su Florschutz/Wustlich e Plankesteiner/Haselrieder.

Daniele Todisco

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