lunedì 8 marzo 2010


E' giunto il momento di tirare le somme sulle due settimane olimpiche vissute assieme su queste pagine..
Una carrellata di voti a 360 gradi su azzurri e protagonisti di Coppa del Mondo, tra delusioni e sorprese, tra medaglie sfumate e successi che sono già nella storia di questo sport.




Le italiane...
Brignone: 5,5
Inutile negarlo, sognavamo un garone. Discreta nella seconda manche, ma la prima è da dimenticare. Il futuro è suo, il presente non ancora.

Costazza: n.g.
Doveva essere un anno di transizione dopo il lungo infortunio, e così è stato. Esce nella seconda manche di una slalom corso senza grandi pretese. Speriamo di rivederla ai livelli di fine 2008. Rimandata.

E. Fanchini: 6
Sempre all'attacco, anche troppo. O tutto o niente, la filosofia ideale per una gara secca. Finisce fuori in discesa, ma va bene così. Mina vagante.

Gius: 6+
Forse la meno attesa, sicuramente la migliore dell'intero settore tecnico in termini di risultato. Chiude ottava in slalom, e onestamente non si poteva pretendere di più.

Karbon: 5
Fotocopia sbiadita della Denise che conosciamo. Compie discrete rimonte nella seconda manche, tanto in gigante quanto in slalom. Peccato che le sue gare fossero già finite da un pezzo. Un'annata da dimenticare, e purtroppo era quella olimpica.

Merighetti: 5
Tre gare, tre cadute. Era in crescita, ma avremmo voluto vederla al traguardo almeno una volta.

Moelgg: 5
In gigante pasticcia in maniera eccessiva vanificando la discreta prestazione della prima manche. In slalom si sveglia quando i giochi sono ormai chiusi. Occasione persa.

Recchia: 6,5
Nona e settima. Le medaglie rimangono distanti, ma in discesa almeno una bandierina tricolore appare. Come dire, c'eravamo anche noi eh.

Schnarf: 9
Convocata in extremis, risulta la migliore dell'intera spedizione azzurra. In superg chiude a soli 11 centesimi dal bronzo della Vonn, in supercombinata ottiene un onorevole ottavo posto. Dalle stalle alle stelle in soli dieci giorni. Applausi a scena aperta.


...e le altre protagoniste.
Fischbacher: 9
In superg le condizioni di neve e visibilità potrebbero anche aver condizionato l'esito della gara, ma il discorso di certo non vale per lei. Parte solo due minuti dopo la Vonn e le rifila ben 7 decimi. Senza contare che in discesa la medaglia le era sfuggita per soli 3 centesimi. Oggi è campionessa olimpica, e non è certo frutto del caso.

Goergl: 8
Raccoglie meno rispetto a quanto seminato, ma la prestazione complessiva è da incorniciare. Bronzo in gigante, sesta in discesa, quinta in superg, addirittura settima in slalom. Rimane il rammarico per una supercombinata che avrebbe dovuto regalarle una seconda medaglia, ma i complimenti sono doverosi. A 29 anni si scopre finalmente completa, e il prossimo anno la corsa al coppone di cristallo potrebbe avere una pretendente in più. Matura.

Mancuso: 9+
Due anni nella penombra, mai competitiva, mai a podio. Ovvero la quiete prima della tempesta. Argento in discesa, argento in supercombinata, prestazioni notevoli in tutte quattro le gare disputate. E alla fine trova anche lacrime di rabbia per le sfighe patite nel controverso gigante. Straripante, incontenibile, semplicemente fantastica.

Maze: 8,5
Doppio argento anche per lei, in superg e in gigante. Rimane il rammarico per un oro olimpico sfuggito per soli 4 centesimi, ma la sua Olimpiade è da standing ovation. Che fosse in forma lo sapevamo, ma a questi livelli forse no. Quinta in supercombinata, nona in slalom, e ruolo di assoluta protagonista. Quando la tecnica paga.

Paerson: 7,5
Rischia di ammazzarsi sull'ultimo salto in discesa quando l'argento sembra già in cassaforte. Si presenta al cancelletto dopo sole 24 ore e conquista il bronzo in supercombinata. Non sarà un'impresa in stile Petra Majdic, ma poco ci manca. Leonessa.

Rebensburg: 9
Oro olimpico a soli vent'anni. Le condizioni in cui si è corso il gigante erano particolari, lei ha attaccato, si è presa i propri rischi, e ne è uscita vincente. Talento.

M. Riesch: 10
Delude in discesa dove non recita l'attesso ruolo di anti-Vonn. Ma reagisce, e subito. Fantastica in supercombinata, divina in slalom, non subisce la pressione e amministra senza grandi problemi. Due medaglie, entrambe d'oro, e lo scettro di regina del circus - almeno per due settimane - è suo. Campionessa.

Schild: 7,5
Al momento è forse la miglior slalomista in circolazione, anche più di Maria Riesch. Lo era due anni fà, ed è tornata ad esserlo dopo l'infortunio patito l'anno scorso. Ma per conquistare l'oro olimpico occorrono due manche perfette, una e mezzo rischia di non bastare. Ottimo argento, comunque, per un talento di cui sentivamo la mancanza. Ritrovata.

Suter: 7
Quarta in gigante, quinta in discesa, sesta in supercombinata. La medaglia (della rogna) gliela assegnamo noi. Lourdes.

Vonn: 9
Occhi puntati tutti su di lei e favori del pronostico per la conquista di almeno tre medaglie. Condizioni certo non ideali per affrontare al meglio un'Olimpiade e, come se non bastasse, un infortunio che rischia di rovinarle i piani a pochi giorni dal via. Alla fine le medaglie sono due, ma la campionessa olimpica di discesa è proprio lei. Forte fisicamente, forte tecnicamente, forte mentalmente. Fenomeno.

Zettel: 5,5
Quarta in supercombinata a soli 31 centesimi dalla medaglia, quinta in gigante a 28 centesimi da un podio che avrebbe anche meritato. Ingeneroso bocciare sulla base di questi dati, ma da una campionessa come lei - già veterana nonostante le sole 23 primavere - è sempre lecito aspettarsi il massimo. Olimpiade fallimentare, ma la carriera è ancora lunga.

Davide Collareta

domenica 7 marzo 2010


Proviamo a tirare le somme sulle due settimane olimpiche vissute assieme su queste pagine..
Una carrellata di voti a 360 gradi su azzurri e protagonisti di Coppa del Mondo, tra delusioni e sorprese, tra medaglie sfumate e successi che sono già nella storia di questo sport.





Gli italiani...
Blardone: 6
Ci ha fatto sognare, almeno per un po'. Finisce come a Torino, e l'ultima oppurtunità olimpica scivola via. Dispiace, perchè sarebbe stata la giusta consacrazione di una grande carriera.

Fill: 6
Una sola gara in stagione prima dell'appuntamento olimpico non basta per essere competitivo. Eppure ci ha provato, e questo occorre dirlo: in superg rischia il colpaccio, in supercombinata attacca e finisce fuori. Grintoso. E sfortunato.

Heel: 7,5
Irriconoscibile in discesa e finisce sul banco degli imputati. In superg si trasforma e sfodera una prestazione da campione vero. La medaglia sfuma per soli due centesimi ma il bel voto è meritato. Per la sfortuna, per la reazione.

Innerhofer: 8
Annata maledetta in cui nulla è andato per il verso giusto. La Federazione lo spedisce sul Mar Rosso per sgombrare la mente dai recenti fantasmi e ritrovare un po' di serenità. Lui ringrazia e risponde presente: in discesa è fantastico per oltre metà gara prima di crollare fisicamente, in superg è sesto a soli otto centesimi dal podio, in supercombinata chiude ottavo. Un campione che sta tornando. Chapeau.

Moelgg: 6
Praticamente non pervenuto in una supercombinata che avrebbe anche potuto evitare, statico e irriconoscibile in gigante. In slalom cambia atteggiamento, reagisce, attacca, e si gioca una medaglia quasi fino alla fine. L'oro del Razzo lo oscura, ma un settimo posto è comunque dignitoso.

Paris: 7
In supercombinata vale certamente di più di un 13° posto, e il risultato finale non è che sia granchè. Eppure quel secondo posto provvisorio dopo la prima manche ci aveva quasi fatto sperare... Certo che un posticino nel quartetto azzurro in discesa glielo si poteva anche trovare.

Razzoli: 10
Superfluo scrivere commenti. Basti guardare il medagliere, alla voce Italy/Gold.

Simoncelli e Ploner: 5
Dopo un'ottima stagione era lecito aspettarsi un bel risultato. Che non è arrivato.

Staudacher: 6,5
Prestazione sulla falsariga dei compagni. Praticamente non pervenuto in discesa, ritrovato in superg, e soli nove centesimi a separarlo dalla medaglia.

Thaler e Deville: 5,5
Poche pretese. Attaccano entrambi sin dall'inizio, e finiscono fuori poco dopo. Approccio corretto, almeno ci hanno provato.


.. e gli altri protagonisti.
Cuche: 5
Dominatore assoluto della velocità di Coppa del Mondo, non digerisce pista e neve canadese. Sesto in discesa, decimo in superg, ancor peggio in gigante. Perde l'ultimo treno per l'oro olimpico ma non rinuncia al consueto show al parterre. Campione vero.

Defago: 8
In una stagione sottotono e priva di vittorie, piazza la zampata della vita nella giornata giusta. Terzo successo in carriera in discesa, dopo Wengen e Kitz. Qualità al potere.

Herbst: 4
La gara secca si può anche sbagliare, ovvio, il fatto è che lui sembra quasi arrendersi subito. E' lo slalomista più forte del momento, ma a Vancouver non l'ha certo dimostrato.

Hischer: 6
Era uno dei più attesi, e in effetti nella bagarre si fa valere. Quinto in slalom, e quarto in gigante per soli cinque centesimi. Occasioni olimpiche di rivalsa ne avrà comunque parecchie. Sfortunato.

Janka: 9
Male in discesa, maluccio in superg, si sveglia in supercombinata ma rimane a 2 decimi dalla medaglia. Ultima chanche in gigante: oro. Ventitrè anni e una manciata di Olimpiadi all'orizzonte. Talento puro.

Kostelic: 8
Puntava con decisione alla supercombinata: argento. Puntava allo slalom: argento. Solo perchè Miller e Razzoli hanno fatto i miracoli. Lui il suo l'aveva fatto. E anche più.

Ligety: 5
Era il grande favorito in gigante, ma non va oltre un triste nono posto. Poteva essere un pericoloso outsider in slalom, ma esce quasi immediatamente. Doveva confermare l'oro olimpico in supercombinata, ma si deve accontentare di una quinta piazza. Evanescente.

Miller: 10 e lode
Oro, argento e bronzo. E pensare che qualcuno lo dava per finito.. Una delle pagine più belle di tutti i Giochi. Poesia.

Osborne-Paradise: 5
Era la grande scommessa canadese, delude più dei compagni. Malissimo in discesa, fuori in superg. E sogni di gloria che rimangono tali.

Raich: 4,5
Costante ma senza acuti, il leit-motiv stagionale si ripete anche in Canada. In Coppa del Mondo può anche bastare a vincere il coppone, ai Giochi Olimpici serve a poco e niente. Sesto in supercombinata, sesto in gigante, quarto in slalom a soli cinque centesimi dal podio. Piazzato sottotono.

Svindal: 10
Uomo copertina assieme a Bode. Tre medaglie appese al collo, una per ogni metallo, che senza l'inforcata in supercombinata sarebbero state (forse) quattro. Sembrava una stagione in sordina. Sembrava.

Walchhofer: 5
Come Cuche, se non peggio. Irriconoscibile in discesa, desaparecido in superg. Non sfrutta l'ultima occasione olimpica per coronare una carriera meravigliosa.

Davide Collareta

domenica 28 febbraio 2010

Ultime ore riscaldate dal tepore del fuoco d'olimpia. Si chiude un'edizione dei giochi per noi piuttosto avara di soddisfazioni ed emozioni, arrivate per lo più da atleti che altre bandiere rappresentavano. Il dolce sapore dell'oro è finalmente arrivato, un sapore che renderà meno amaro il commiato dai cinque cerchi, dalle gare, dalle nottate insonni. Ma i giochi olimpici sono unici anche per questo... Ma prima di abbandonarci ai ricordi e a quella sottile malinconia che ci avvolgerà- inesorabilmente- quando al tripode verrà tolta la linfa che lo alimenta, godiamoci gli ultimi spezzoni di gare senza pensare a quel che sarà subito dopo.

Gare, solo due quelle in programma oggi, ma attese- molto. Nel parallelo con Torino 2006 spesso perpetuato durante queste due settimane di presentazione, non si può non ricordare l'oro di Giorgio di Centa nella 50 chilometri di fondo, ma allora la tecnica- quella libera- ci era amica. L'improbabile, che è comunque diverso dall'impossibile, accompagna i pronostici della vigilia riguardo i nostri alfieri. A provarci lo stesso Giorgio di Centa , in primis, parso assai poco brillante in tutti i 55 km sin qui sciati: tanto nei 30 in pattinato, tanto nei 25 in alternato che includono i 10- disastrosi- della staffetta. Valerio Checchi, su un tracciato forse troppo duro con quei due strappetti taglia-braccia, e gambe, per un fondista “pesante” come lui. Ma nei giochi degli appenninici, chissà che il laziale di Subiaco non diventi la medaglia più meridionale della storia invernale italiana... Difficile pronosticare nelle prime posizioni tanto Pietro Piller Cottrer quanto Roland Clara: al primo troppo indigesta la tecnica classica, al secondo sin qui troppo indigesta l'intera stagione sugli sci stretti.
Nella penultima corsa alloro, che regala anche il prestigio di una premiazione esclusiva durante la cerimonia di chiusura, si sfideranno i soliti Petter Northug e Lukas Baur. Per il primo buona qualsiasi condotta di gara viste condizione di forma e capacità allo sprint, per il secondo la necessità di una gara dura che spezzi il fiato a tutti i rivali più veloci di lui allo sprint. Un testa a testa dunque, ma non si possono omettere i nomi di Dario Cologna, già oro nella 15 tl, Andres Veerpalu, cui tanto piace la tc e che tanto ha preparato questo appuntamento, ma anche i russi Legkov e Vyleghzanin. Partenza, tutti assieme, alle 18.30.

Dulcis in fundo, dicevano i latini, ed oggi saranno canadesi e statunitensi a a gustarsi l'ultima- epica- finale, quella dell'hockey. In palio non solo una medaglia più pregiata di altre, ma anche il dominio tra le due scuole principali della specialità. Una sconfitta getterebbe nello sconforto i padroni di casa che, siamo certi, chiuderebbero i giochi con una tristezza ben maggiore a quella che caratterizza la “sera del dì di festa”- nonostante l'ormai certo trionfo nel medagliere. Canada-Stati Uniti è la Partita, senza mezze misure. Sirena d'inizio alle 21.15.

Chiudendo questa rubrica , ci permettiamo di ringraziare lo sparuto- ma assiduo- pubblico che ha avuto la cortesia di leggerci permettendoci di vivere ancor più pienamente queste due settimane.

Invitandovi a leggerci ancora vi auguro, come sempre

Buona Olimpiade,

Marco Cinelli


L'abbiamo aspettato, ci abbiamo sperato, finalmente è arrivato.
Giuliano Razzoli vince lo slalom speciale e salva baracca e burattini di una nazione intera. Primo oro azzurro 24 ore prima che scenda il sipario sulla XXI rassegna olimpica, nonchè unica medaglia conquistata dall'intero squadrone italico dello sci alpino. Classe '85, emiliano di Castelnovo ne' Monti residente, ironia del destino, proprio a Razzolo, paesino di sole cento anime improvvisamente al centro del Mondo.
Tornano così a sorridere i pali dello slalom, la disciplina più amata, quella cui sono legati i più bei ricordi della recente storia azzurra. Ed è un successo atteso esattamente 22 anni, ossia da quel 27 febbario 1988, Calgary, XV Giochi Olimpici Invernali: vinse Alberto Tomba, bissando il successo ottenuto in gigante qualche giorno prima, e dando così il via a quella fantastica carriera che oggi tutti conosciamo. Tomba e Razzoli, un binomio dalle mille analogie. Ottimi amici, entrambi emiliani, stesso fisico, stessa potenza, sciata simile. Due nomi accostati dai media in tempi prematuri, due nomi che a partire da oggi convivranno nella storia dello sport.
Lacrime al parterre per l'Albertone nazionale, lacrime per papà Razzoli, lacrime per buona parte dello staff azzurro. Giuliano no, contento e stranito, sereno come qualche minuto prima al cancelletto di partenza. 'L'ho combinata grossa' afferma poco prima di salire sul podio. Eh già, parole sante.

Un trionfo, quello del Razzo, costruito interamente nella prima manche e finalizzato con una seconda amministrata intelligentemente. Vantaggio iniziale di 43 centesimi sullo sloveno Valencic (6° al termine), Kostelic e Raich oltre i 5 decimi, il resto della compagnia sopra il secondo. Insidie all'oro azzurro che sembrano ristrette solo ai quattro menzionati e così effettivamente sarà.
Alla ripresa ci prova lo svedese Andre Myhrer (3°), autore del miglior crono di manche, e la sua rimonta vale il bronzo. Si conferma su ottimi livelli Ivica Kostelic (2°), il quale riesce a bissare l'argento conquistato una settimana fà in supercombinata, mentre pasticcia un delusissimo Benni Raich (4° a soli cinque centesimi dalla medaglia) costretto a rimanere a bocca asciutta in un'Olimpiade che avrebbe dovuto vederlo tra i protagonisti assoluti. L'ennesimo piazzamento di Marcel Hirscher (5°), l'opaca gara di un irriconoscibile Reinfried Herbst (10°), e l'uscita di scena di un quotatissimo Manfred Pranger dopo pochi secondi, sanciscono dunque un verdetto che per la nazionale austriaca risulta quanto mai pesante: sono infatti zero le medaglie conquistate in campo maschile, evento su cui nessuno alla vigilia avrebbe osato scommettere.
Deludono anche il francese Julien Lizeroux (9°), grande protagonista stagionale tuttora in corsa per la coppetta di specialità in CdM, e l'elvetico Sylvan Zurbriggen (12°) il quale non sfrutta al meglio l'ottimo pettorale di partenza. Uscite di scena quasi immediate per l'attesissimo Felix Neureuther, e per gli statunitensi Ted Ligety e Bode Miller.
Discreta prestazione per Manfred Moelgg (8°) ma discorso per le medaglie vanificato da un'opaca seconda manche dopo il quinto miglior crono in avvio (+0.85 da Razzoli), non terminano invece la prova Patrick Thaler (25° a metà gara) e Cristian Deville.

Cala così il sipario sulle piste di Whistler, per un'edizione controversa, sfortunata, dominata da un cielo quasi mai sereno. Ma con un tricolore a sventolare sotto la neve canadese, e un podio da cui ripartire gettando lo sguardo sino a Sochi 2014. Au revoir.

Davide Collareta

sabato 27 febbraio 2010

Ultimi brandelli per il fuoco d'Olimpia e ultime (o quasi) speranze per i nostri portabandiera. Slalomisti, fondiste e snowboarder per salvare il salvabile.

Alle 19.00 prima manche dello slalom speciale maschile, quello che fu l'evento più atteso dell'intera olimpiade per i colori azzurri con Giorgio Rocca che deluse inforcando nella prima manche. Quattro anni dopo le aspettative riposte sui nostri specialisti dei pali snodati sono ben inferiori e chissà che ciò non giovi. Le ridotte pendenze della pista ed il lungo piano nella parte centrale del tracciato sembrano terreno fertile per Giuliano Razzoli(in foto), erede della “tradizione” emiliana tra le porte strette tanto alimentata da Alberto Tomba. Per “Razzo” pettorale numero 13, sperando porti bene. Con il pettorale 8 in pista Manfred Moelgg, su una pista meno adatta alle sue caratteristiche e in uno stato di forma parso non eccellente nella prova di gigante. Segnali incoraggianti erano stati lanciati dai pochi tratti sciati nello slalom di supercombinata. Speranze ridottissime su Patrick Thaler e Christian Deville, quest'anno lontanissimi dai loro migliori risultati. Grande favorito è l'austriaco Reinfried Herbst, che proverà a salire un gradino in più rispetto all'argento di Torino. Nel novero dei papabili alle medaglie vanno doverosamente inseriti gli altri austriaci Hirscher, Raich e Prenger, il croato Kostelic, il francese Lizeroux ed il tedesco Neureutheur. Ma lo slalom è da sempre specialità in grado di regalare sorprese: Ligety e Janyk due dei possibili outsider di lusso. Seconda manche alle 22.45.

Ultime fatiche anche per il fondo femminile, e che fatiche: la 30 km in tecnica classica è gara che non perdona soprattutto se affrontata ad alti ritmi su un tracciato duro come quello dell'Olympic Park. Il tema della gara sembra essere l'ennesimo round nel duello tra Justyna Kowalczyk e Marit Bjorgen: la prima è alla ricerca del primo alloro olimpico- lei che era giunta favorita pressoché in tutte le gare individuali- la seconda è alla ricerca del quarto oro in questa stessa edizione dei giochi- lei che era giunta a Vancouver con un tabù olimpico da sfatare... ad aggiungere pepe alla tenzone le dichiarazioni della polacca che ha accusato la Bjorgen di far uso di un anti-asmatico “sospetto”. A far da terzo incomodo ci proveranno l'estone Smigun, la finlandese Saarinen, l'ucraina Shevchenko, sempre temibile nella distanza lunga, oltre alla nostra Marianna Longa che proverà ad impedire lo zero nel medagliere del fondo rosa. Con lei non sarà Arianna Follis, che ha deciso di chiudere anzitempo i propri giochi olimpici, ma saranno Antonella Confortola e Sabina Valbusa. Appuntamento alle 20.45.

A Cypress Mountain, gigante parallelo maschile- e parliamo di snowboard. Tre gli azzurri in gara: Rolly Fischnaller, Aaron March e Meinhard Erlacher. Speranze, seppure ridotte, solo sul primo che può vantare una certa esperienza nelle grandi competizioni. March è ragazzo giovane che tornerà a Sochi per traguardi più importanti. Nella lotta all'oro gli austriaci Benjamin Karl e Andreas Prommegger, dominatori della stagione di coppa, proveranno a guastare la festa dei padroni di casa JJ Anderson- probabilmente il favorito n°1- e Michael Lambert. Canadesi che potranno contare anche su Matthew Morison, seppur non nella sua stagione migliore. Punte di diamante della squadra francese sono invece il navigato Mathieu Bozzetto ed il vice-campione del mondo 2007 Sylvain Dufour. Speranze da podio anche per lo sloveno Rok Flander, mentre sarà presente solo il maggiore dei fratelli elvetici Scoch, Simon. Qualificazioni alle 19.00, ottavi dalle 21.15 con finali alle 22.31.

All'Olympic Oval in scena ieri l'ennesima delusione del pattinaggio in pista lunga azzurra: eliminata la squadra dell'inseguimento, è finita l'avventura canadese dei nostri pattinatori. A giocarsi l'oro nelle pursuit saranno la squadra canadese di Danny Morrison e quella statunitense di Chad Hedrick, entrambe parse “squadre” vere. Per il bronzo si daranno Paesi Bassi e Norvegia. Finali dalle 21.51.
Nella stessa gara femminile manca ancora un ultimo gradino prima delle finali: Giappone-Polonia e Germania-Stati Uniti le semifinali da cui è rimasta esclusa una spenta squadra canadese. Favoritissima la squadra tedesca di Beckert, Freisinger e Anschutz. Semifinali alle 21.30, finali alle 22.13.

Allo Whistler Sliding Centre ultime due manche del bob a 4. In un gara ad eliminazione- con ben sei ribaltamenti nelle prime due manche- guida USA1 di Steven Holcomb, che ha stampato due record della pista consecutivi scendendo sotto i 51”. Alle sue spalle il canadese Lyndon Rush, ribaltatosi nel bob a 2 mentre era in zona medaglie, che proverà a riprendersi quanto perso nella prima gara. Soltanto terzo il tedesco Andre Lange che vede allontanarsi lo storico bis bob a 2 più bob a 4 nella stessa edizione dei giochi riuscitogli a Torino. Decimo l'equipaggio azzurro di Simone Bertazzo. Terza manche alle 22.00, alle 23.40 calerà il sipario sul budello olimpico.

Giornata di finali anche per gli sport di squadra. Nel curling maschile il Canada proverà a riuscire laddove le colleghe donne hanno mancato. Finale- alle 24.00- contro la temibile Norvegia che tante simpatie ha raccolto anche in virtù della bizzarra cromia dell'arlecchinesca tenuta degli scandinavi. Per il bronzo si sfideranno Svezia e Svizzera a partire dalle 18. Finale per il bronzo- aspettando la finalissima di domani tra Canada e Stati Uniti- anche nell'hockey: Slovacchia e Finlandia le pretendenti al terzo gradino del podio, sirena d'inizio alle 4.00.

Buona Olimpiade,

Marco Cinelli


Ancora lei. Dopo l'oro ottenuto in supercombinata arriva anche il successo in slalom, ultimo appuntamento al femminile di questa rassegna olimpica. Netto il dominio di Maria Riesch in entrambe le manche, per una vittoria costruita nella prima frazione e degnamente amministrata nella seconda. Argento per l'austriaca Maria Schild (+0.43), fantastica alla ripartenza con tanto di miglior crono di manche, ma prestazione compessiva condizionata dagli errori commessi in avvio di gara. Bronzo infine per la ceca Sarka Zahrobska (+1.01), nuovamente su livelli a lei consueti dopo mesi di grigiore.
Festa a metà in casa Riesch: alle lacrime di gioia di Maria si contrappongono quelle di rabbia della sorellina Susanne, uscita di scena sul finale di gara dopo aver ottenuto il quarto miglior parziale nella prima manche. Non giungono al traguardo neppure Lindsey Vonn, oramai chiaramente a disagio tra i pali stretti dello slalom, e un'acciaccata Anja Paerson la quale non riesce a replicare l'ottima prestazione della supercombinata che le è valsa il bronzo olimpico. Si chiude malamente anche l'avventura a cinque cerchi di Kathrin Zettel, partita con i favori del pronostico per la conquista di una medaglia in almeno tre discipline, e tornata in patria a bocca asciutta: quarta in supercombinata, quinta in gigante, addirittura 13° quest'oggi in una gara che mai l'ha vista protagonista.
Discreta prestazione per due outsider di lusso quali Sandrine Aubert (5°) e Tanja Puotiainen (6°), sorprende invece, seppur relativamente, il 4° posto (miglior risultato stagionale) della svedese Pietilae-Holmner.
Giornata amara per la nazionale azzurra la quale torna così in patria senza alcuna medaglia: benino Nicole Gius (8°), fuori Chiara Costazza, discrete rimonte per Manuela Moelgg (11°) e Denise Karbon (18°) dopo una pessima prima manche.
Appuntamento quest'oggi con lo slalom maschile, ultima gara in programma sulla neve di Whistler: prima manche ore 19.00, seconda ore 22,45. Razzoli e Moelgg nel novero dei favoriti, piazzare l'ultima zampata è impresa fattibile.

Davide Collareta

venerdì 26 febbraio 2010

Due i giorni alla fine dei giochi olimpici, sette quelli senza medaglie per l'Italia. Difficile che sia oggi la giornata destinata a far invertire la rotta della spedizione azzurra in terra canadese. Ci proveranno, più delle altre, le slalomiste dello sci alpino ed Arianna Fontana nei 1000 metri che chiuderanno le sue fatiche olimpiche. Ma oggi è anche il giorno dell'inseguimento a squadre nel pattinaggio in pista lunga dove i nostri sono chiamati a difendere il titolo conquistato a Torino.

Enrico Fabris, Matteo Anesi e Luca Stefani, con Ermanno Ioriatti pronto ad ogni evenienza, il terzetto che proverà l'incredibile bis olimpico. Unica variabile rispetto a Torino- oltre allo stato di forma di Fabris- sarà l'inserimento di Luca Stefani al posto di Stefano Donagrandi. Primo turno estremamente insidioso per gli azzurri, cui l'urna ha riservato il Canda di Danny Morrison, in una rivincita della finale di Torino. Squadra da battere i Paesi Bassi di Sven Kramer, pericolossisime anche la Korea e gli Stati Uniti, seppur orfani di Shani Davis. Quarti alle 21.30, semifinali alle 23.07. Domani le finali. Tempistiche diverse per la gara femminile- dove non è prevista presenza azzurra- che oggi vedrà il darsi dei quarti di finale, domani semifinali e finali.

Nello slalom speciale femminile speranze affidate a Manuela Moelgg, Chiara Costazza, Nicole Gius e Denise Karbon- ieri la migliore nella seconda manche del gigante. Il realismo ci invita a tenere i piedi ben saldi a terra: poche se non nulle le possibilità di vedere le nostre atlete salire su uno dei gradini del podio. Podio che dovrebbe essere affare di poche elette Schild e Zahrobska su tutte, ma anche le terribili sorelle Maria e Susanna Riesch- che con Geiger e Chmelar guidano una compagine tedesca forte come ai tempi di Ertl e Seizinger- la francese Aubert e l'altra austriaca Zettel, ancora a secco di medaglie. Possibile sorpresa la slovena Tina Maze- sul podio già due volte in questi giochi- che sta sciando su livelli altissimi anche in slalom, come dimostra il secondo posto di Maribor. Prima manche alle 19.00, seconda alle 22.30.

Nello short track ultimi tre titoli da assegnare, con una sola italiana ad essere ancora in corsa: la solita Arianna Fontana nei 1000 metri. Nel suo quarto di finale la sondriana sarà subito impegnata con la vincitrice dei 500 e indiscussa favorita anche su questa distanza Meng Wang, ma questo potrebbe essere un vantaggio: la cinese potrebbe infatti imporre un ritmo sostenibile- o quasi- per Arianna ma troppo duro per Borodulina e Bzura. Per la vittoria finale da temere anche Reutter, Roberge, Cho e Zhou. Nei 500 maschili, dove la disfatta azzurra è stata completa sin dalle batterie, potrebbero finalmente trovare gloria i padroni di casa con Charles Hamelin e Francois Tremblay, coreani e Ohno permettendo. Infine la staffetta, dove l'Italia non sarà neanche in finale B in virtù della squalifica in semifinale, favori del pronostico per la Korea- e non potrebbe essere altrimenti. Canada e Stati Uniti le squadre che dovrebbero farle compagnia sul podio, ma nello short track tutto è possibile. Cina e la ripescata Francia pronte ad approfittarne. Programma al via dalle 3.00; dalle 4.14 le finali.

Ultimi ritagli olimpici anche per il biathlon con la staffetta maschile 4x7.5. La Norvegia dovrebbe andare a prendersi un titolo abbastanza scontato sotto l'egida di Svendsen e Bjoerndalen. Principali pretendenti Austria, Germania, Russia, Svezia e Francia nell'ordine. In gara anche gli azzurri che chiuderanno così la peggior spedizione olimpica del nostro biathlon. Il via alle 20.30.

Per lo snowboard, gigante donne. Nicolien Sauerbreij- 30enne nederlandese- si presenterà al cancelletto di Cypress Mountain con i favori del pronostico. Ad impedire che una ragazza dei Pesi Bassi si imponga in una specialità tipicamente alpina, tante austriache, su tutte Doris Guenther. La svizzera Fraenzi Maegert Kohli, campionessa iridata di slalom, e la tedesca Amelie Kober, argento a Torino appena 19enne e vincitrice dell'ultimo gigante di coppa prima dei giochi. A far da outsider le solite Americane, spesso latitanti nel circuito di coppa. In gara anche le azzurre Carmen Ranigler e Corinna Boccaccini, ma i tempi della medaglia di Lidia Trettel sono lontanissimi. Manche di qualificazione alle 19.00, dalle 21.15 la fase ad eliminazione diretta che porterà alle finali delle 22.31.

Un ultimo sguardo agli sport di squadra. Nel curling epilogo per il torneo femminile: Cina e Svizzera si contenderanno il bronzo, mentre Canada e Svezia proveranno a far dorare le proprie stone. Semifinali per il torneo maschile di hockey, in vista della finalissima di domenica ultimo evento prima della cerimonia di chiusura. Il Canada se la vedrà con la sorprendente Slovacchia, i vice-campioni in carica finlandesi sulla strada degli Stati Uniti.

Buona Olimpiade,

Marco Cinelli

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