venerdì 12 febbraio 2010

La combinata nordica ha sempre rivendicato una sua dignità. Mette insieme il salto con gli sci e il fondo, ma si è sempre differenziata dalle due discipline da cui trae identità: competizioni sin dalla fine del XIX secolo a Holmenkollen, in Norvegia, per decenni patria agonistica della specialità.

I Giochi Olimpici Invernali l'hanno ospitata da subito, a Chamonix 1924, e da allora i format si sono evoluti in direzione di una maggiore spettacolarità. Fino agli anni Cinquanta il fondo precedeva il salto, poi con il passare del tempo la federazione internazionale ha sperimentato alla ricerca della gara perfetta. La gara olimpica è l'individuale, dal 1956 disputata su un salto e 15 km di fondo. Solo nel 1988 si è trasformata in Gundersen: la partenza sugli sci stretti non è più a intervalli, ma a inseguimento a seconda del risultato del trampolino (gli scarti tra i punteggi del salto sono trasformati in secondi). E proprio la Gundersen, leggermente modificata (10km di fondo anziché 15), è l'ultima sopravvissuta alle manie di perfezionismo dei dirigenti federali: scartate negli anni la sprint e la mass start, che pure ogni tanto rispuntano creando solo gran confusione.

Come - dalla stagione in corso - accade in Coppa del Mondo, solo Gundersen. A differenziare le gare l'altezza dal trampolino e eventualmente le difficoltà del circuito del fondo. Dunque anche a Vancouver 2 gare dal format identico, una dal trampolino piccolo e una dal trampolino grande.

Il terzo oro in palio è quello della staffetta: quattro componenti per squadra effettuano un salto dal trampolino grande, la somma dei punteggi determina una classifica parziale in cui (come per le gare individuali) ogni punto di differenza si trasforma in 1''33 centesimi, quindi parte la staffetta di fondo 4x5 anche qui ad inseguimento.

IL PASS PER VANCOUVER

I visti disponibili sono in tutto 55, il contingente massimo per nazione è composto da 5 atleti (ma solo 4 possono partecipare ad una singola gara).
L'assegnazione dei posti ad ogni comitato olimpico fa riferimento alla World Ranking List, relativa alle ultime 2 stagioni di Coppa del Mondo e di Continental Cup. Il meccanismo è semplice, ovvero dall'alto del ranking in giù, fino ad eleggere 50 partecipanti. Gli ultimi posti sono riservati al paese ospitante (il Canada avrà almeno un atleta in ogni gara) e a riempire il campo partenti della staffetta. Dunque ai team nazionali con 3 atleti prescelti fino a quel momento verrà assegnato un ulteriore pass, affinché 10 nazioni possano prendere parte al Team Relay.

GLI ITALIANI IN GARA

L'Italia, proprio per quanto appena detto, potrà schierare 4 atleti nelle gare individuali e la staffetta. Convocati, in ordine alfabetico, Armin Bauer, Giuseppe Michielli, Alessandro Pittin e Lukas Runggaldier. Un team indubbiamente giovane - il più "vecchio" è il 24enne Michielli - ma che ha già esperienza in Coppa del Mondo.

Indubbiamente l'arma più affilata è Alessandro Pittin. Il nativo di Tolmezzo ha compiuto ieri 11 febbraio 20 anni e si presenta a Whistler con serie intenzioni. Stupefacenti i suoi miglioramenti: tricampione mondiale juniores tra il 2008 e il 2009, sesto ai Mondiali di Liberec 2009, tre volte terzo in gare di Coppa del Mondo nella stagione corrente. Ottimo fondista, di norma risale posizioni nell'inseguimento perché in grado di tenere il ritmo di quasi tutti i più forti. E dunque la discriminante tra un risultato discreto e uno ottimo è il trampolino. Alessandro ha dimostrato che quando salta bene e può cominciare i 10 km sugli sci stretti con uno dei primi pettorali, quasi sempre centra l'obiettivo. Ovviamente il campo partenti è di alto livello, ancor più qui a Vancouver, e l'eventuale medaglia (più sul trampolino piccolo che non su quello grande) passa per una gara perfetta di Pittin e per inaspettati cedimenti dei primi 5-6 di Coppa del Mondo.

Giuseppe Michielli è il numero 2 della nazionale. Proprio in tempi recenti ha più volte aggiornato il suo personal best. Primi punti di Coppa in quel di Chaux Neuve (21esimo posto), quindi splendido 10° a Schonach, nella gara in cui Pittin è andato a podio e Lukas Runggaldier ha chiuso 28esimo. Il 22enne di Bolzano è un buon prospetto, forse un gradino sotto i due citati. Infine Armin Bauer, classe 1990 come Pittin. Non ha piazzamenti degni di nota in Coppa del Mondo, l'Olimpiade sarà soprattutto bagaglio di esperienza.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Gare individuali

Come detto, le due Gundersen si differenziano dall'altezza del trampolino. Normal hill 95K e large hill 125K, dove la K identifica una misura di riferimento (in relazione all'altezza del trampolino nella fase di stacco) rispetto al quale calcolare il punteggio di ogni salto.
Sul trampolino grande gli specialisti del salto possono far valere maggiormente le loro abilità e quindi mantenere sui "fondisti" un margine più ampio, ma non è un principio sempre valido.

Gli esiti delle ultime due Coppe del Mondo, abbinati a quelli degli scorsi Mondiali di Liberec e ai rientri all'attività di due super campioni, vanno a formare un bacino di aspiranti alla medaglia molto numeroso.

Il francese Jason Lamy Chappuis è lanciato verso la conquista della sfera di cristallo 2009/2010 in virtù di una continuità sorprendente. Ottimo saltatore, ha sviluppato enormemente la potenza del suo motore sugli sci stretti e dunque deve essere considerato uno dei favoriti per l'oro.
Gli avversari più pericolosi sono proprio i due atleti tornati all'attività agonistica ad inizio della stagione olimpica. Il primo è forse il più grande combinatista di tutti i tempi, ossia il finlandese Hannu Manninen (foto). Uno che aveva vinto 45 gare in carriera, è rientrato lo scorso novembre ed è stato capace di raggiungere quota 47 e diventare l'atleta con più vittorie nella storia delle discipline nordiche (meglio di Bjorn Daehlie e Matti Nykanen). Il "forse" si riferisce ai precedenti fallimenti olimpici. L'oro a cinque cerchi è l'unico alloro che gli manca, se saprà mantenersi nelle prime posizioni dopo il salto, sarà dura per tutti contenerne il ritorno sugli sci.
Il secondo, che invece l'oro olimpico l'ha vinto (a Torino nella sprint, e fu pure argento nella Gundersen), è l'austriaco Felix Gottwald. Una preparazione diversa da quella del finlandese, ha partecipato a pressoché tutte le tappe di Coppa del Mondo, finendo più volte sul podio. In alcune occasioni ha tentato di strafare nella parte a lui più congeniale, il fondo, finendo per essere scavalcato negli ultimi metri. Ma è un atleta da battaglia, che punta senza termini al bis.

La stagione scorsa fu caratterizzata dalla sfida tra un altro finlandese, Anssi Koivurante, e il norvegese Magnus Moan (nella scorsa edizione olimpica argento nella sprint e bronzo nella Gundersen). L'uno saltatore provetto che quest'anno non si è quasi mai espresso ai livelli che gli competono, l'altro costretto ad accendere tutti i motori di cui dispone per recuperare il gap tecnico dal trampolino. In proiezione gara, è il norvegese ad avere più chance di medaglia. Tutto dipenderà da quale distacco i primi del salto gli infliggeranno, in fondo i chilometri di fondo sono solo 10.

Per l'oro anche i tedeschi e, soprattutto, gli statunitensi. La Germania, persi per strada Ronny Ackermann e Georg Hettich (oro a sorpresa nella Gundersen del 2006), punta principalmente su Tino Edelmann e Eric Frenzel, due atleti che ben si comportano sul trampolino e sulla neve. Ci sarebbe anche Bjorn Kircheisen, plurimedagliato alle Olimpiadi e ai Mondiali ma mai d'oro, ma lo crediamo un gradino sotto. Gli statunitensi sono un caso a parte: l'anno scorso a Liberec tutti aspettavano Koivuranta e Moan e invece spuntò Todd Lodwick il quale, da poco rientrato da un infortunio, si prese addirittura due ori. Evidentemente sentono il profumo delle grandi occasioni. Bill Demong e Johnny Spillane sono da considerare assolutamente in corsa per l'oro, e non è detto che sfoderino prestazioni da doppietta.

Gara a squadre

I tre appena citati, insieme a Bred Camerota, compongono un team fortissimo, il favorito per la medaglia del metallo più prezioso. Nella stagione in corso si è disputata una sola "staffetta", peraltro disertata da moltissimi atleti di primo piano. In quel frangente s'impose la Germania, che in ogni caso ha velleità di podio. Per le medaglie ci sono senza dubbio l'Austria di Gottwald, Gruber, Bieler e Stecher, Norvegia e Finlandia e anche Giappone, campione mondiale in carica. Norihito Kobayashi, Taihei Kato e Akito Watabe presi singolarmente non valgono la top ten, ma insieme letteralmente si trasformano. Per l'Italia si prospetta un risultato tra l'ottava e la nona posizione.

Daniele Todisco

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