sabato 6 febbraio 2010

L’Italia dello sci alpino gode di buona salute. Squadre competitive e legittime aspirazioni di medaglia olimpica in più gare. E sembrerebbe che ricambi all’altezza ce ne siano. Dominik Paris, Hagen Patscheider, Elena Curtoni. Nomi futuribili. Il movimento cammina veloce, si spera non rallenti nel prossimo futuro.
Chi certamente è partita a velocità strabiliante è Federica Brignone, milanese di nascita. A 19 anni si è presentata in Coppa del Mondo e ha messo in fila un podio e due quarti posti in 3 giganti. Un impatto che nel recente passato aveva avuto giusto la svizzera Lara Gut. Figlia d’arte – sua mamma è Maria Rosa Quario, protagonista della valanga rosa e plurivincitrice in Coppa del Mondo – Federica si è meritata sui tracciati del circuito maggiore la convocazione a Vancouver, al fianco di Karbon, Moelgg e Gius.

Ti aspettavi di partire così forte?
F: Non mi aspettavo così tanto e subito. Speravo solamente di fare bene durante la stagione. Negli allenamenti non sono mai la prima, ma non arrivo nemmeno con 2’’ di ritardo. Insomma un po’ di conforto me l’ero dato.

Qual è il tuo stato di salute? Ultimamente il tendine ti ha creato qualche complicazione di troppo…
F: Il tendine mi ha dato diverse noie, il dolore è certamente diminuito. Grazie anche ai miei allenatori che mi gestiscono al meglio. Nessuna terapia particolare, solo tanto ghiaccio. Non m’importa se devo girare in ciabatte, importanti sono le sensazioni quando indosso gli scarponi.

Credi di poter arrivare al meglio all’appuntamento olimpico?
F: Mah, dipenderà da molti fattori. Il mio stato di salute, quanto sarò riuscita ad allenarmi, le condizioni della pista.

Denise Karbon fatica a ritrovare la forma migliore, Manuela Moelgg finora ha sofferto gli appuntamenti importanti. E se fossi tu l’arma più affilata per il gigante olimpico?
F: Non mi sento affatto l’arma numero uno della squadra. Mi manca l’esperienza a grandi livelli, ci sono ancora troppe incognite. Spero di fare bella figura ovviamente, ma ad esempio un’atleta come Denise Karbon ha sicuramente una marcia in più.

Il gigante è la tua specialità preferita?
F: No, è il supergigante. E’ molto divertente correrlo. Ora ho poco allenamento nelle gambe nella velocità, ma uno dei miei obiettivi per le prossime stagioni è andare forte in Superg.

Domanda scontata ma necessaria. Cos’ha significato essere “figlia di”? Ti ha facilitato il cammino?
F: A dir la verità da piccola sciavo poco e solo per divertimento. Anzi, i miei genitori mi tenevano nel letto. Molti pensano che non abbia fatto altro che sciare, ma non è così. Fino alla categoria Allievi non mi impegnavo più di tanto, e infatti nelle gare lasciavo a desiderare. Lì mi sono svegliata e ho deciso che volevo diventare veramente brava. È un paio di stagioni che faccio sul serio, e il fine dell’allenamento è il risultato. Prima era solo un divertimento.

Sei giovanissima, eppure super impegnata. Hai mai rimpianto di non poter vivere la vita dei tuoi amici o comunque di una ragazza normale?
F: Beh, senza dubbio lasciare i miei amici mi è dispiaciuto. Loro sono a Torino, vanno all’Università, e non li vedo per molti mesi all’anno. Però a primavera li raggiungerò, ho intenzione di studiare Scienze Motorie. A parte questo ho riflettuto e sono contenta della mia vita. Perché non ho la vita che possono avere tutti. Mi sposto continuamente, conosco nuovi posti. È una fortuna.

A Federica non si chiede nulla. Prima partecipazione ad un grandissimo evento internazionale, esserci è già un successo. Siamo convinti che la sua solarità e la sua aggressività in pista la porteranno dove sogna. E gli appassionati sogneranno con lei.

Daniele Todisco

1 commento:

  1. grande DANI, l'hai conosciuta? oltre ad essere brava e carina come sembra?

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