martedì 9 febbraio 2010

Arte e musica si fondono nel gesto atletico, al limite dell'equilibrio, al confine tra realtà e fantasia. La suggestione visiva è il cardine del pattinaggio di figura, almeno quanto l'abilità tecnica. Del pattinatore che danza si misura la bravura nelle sequenze di passi, sulle combinazioni di salti e sulle trottole. Ma non solo. Se ne coglie la plasticità, l'armonia, la teatralità.
La corsa sfrenata ad elementi tecnici di difficoltà sempre maggiore ha in qualche modo scolorito l'impressione artistica. Ultimamente i programmi si fondano innanzitutto sulle evoluzioni, e la capacità di emozionare il pubblico non è, se giocata da sola, una carta vincente.

La paternità del pattinaggio artistico moderno è attribuita all'americano Jackson Haines, il cui stile, poi internazionalmente riconosciuto, era fortemente espressivo. Dagli anni '60 dell'Ottocento alla fine del secolo, quando fu fondata l'International Skating Union (1892). Inizialmente disciplina per soli uomini, il pattinaggio aprì alle donne dal 1902 e definitivamente nel 1906 con la prima gara femminile. Due anni dopo il debutto alle Olimpiadi estive di Londra. Nel 1924 la disciplina si trasferì ai Giochi Invernali, previste 3 gare: singolo uomini, singolo donne e doppio. La danza su ghiaccio esordì più tardi, nel 1976 a Innsbruck. Proprio nella danza l'Italia ha colto l'unica medaglia - il bronzo di Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio a Salt Lake City - nella storia olimpica del pattinaggio.

Dunque a Vancouver si disputeranno 4 gare. I singoli e la competizione a coppie si articoleranno su Short Program e Free Skating, mentre i danzatori su ghiaccio si affronteranno sulla Compulsory Dance, l'Original Dance e la danza libera. Dei format di gara abbiamo raccontato tempo fa. L'attuale sistema di punteggio, introdotto ufficialmente in tutti i concorsi dal 2006, valuta singolarmente il grado di esecuzione di ogni elemento tecnico e ne determina una somma complessiva (Total element score, TES). Il Program component score (PCS) giudica tutti gli altri aspetti non compresi tra gli elementi tecnici e quindi le transizioni, la coreografia, i livelli dei passi, l'interpretazione. La somma dei due punteggi riflette il risultato finale di ogni pattinatore.
Se anche si considera che il numero di elementi tecnici da inserire nel programma è fissato e limitato, diviene fondamentale sceglierne di più alta difficoltà possibile (compatibilmente con le capacità dell'atleta).

IL PASS PER VANCOUVER

Il Comitato Olimpico ha fissato il numero massimo di partecipazioni alle diverse gare: 30 per le gare singole, 20 coppie di doppio e 24 di danza su ghiaccio. La qualificazione non è individuale, bensì è la singola federazione nazionale che sceglie gli atleti da spedire al Pacific Coliseum, a Vancouver.
Le nazioni ottengono fino a 3 posti per singola gara a seconda dei risultati conseguiti agli ultimi Campionati Mondiali (e pure in relazione al numero di atleti schierati ai Mondiali stessi, a loro volta stabiliti dai risultati dell'edizione precedente). I posti rimanenti sono stati assegnati in occasione del Nebellhorn Trophy, nel settembre 2009.
Va da sè che ogni federazione è libera di istituire dei Trials per stabilire i convocati. Altresì evidente che sono escluse dai Giochi Olimpici le coppie costituite da atleti di diversa nazionalità.

GLI ITALIANI IN GARA


E proprio i Campionati Europei di Tallinn hanno designato l'unica partecipante alla gara femminile. Carolina Kostner ha ottenuto il terzo oro continentale della carriera e ha dunque agilmente vinto la concorrenza di una miglioratissima Valentina Marchei.
Dopo l'argento mondiale di Goteborg, nel 2008, la portabandiera di Torino si è eclissata in una crisi tecnica e forse anche psicologica. La scelta di abbandonare Oberstdorf e il suo allenatore Michael Huth per abbracciare la California e Frank Carroll, supportata pure da Daniele Popolizio, mental coach di Federica Pellegrini, le ha permesso di lavorare su sè stessa e di ripresentarsi competitiva, se non nelle prove del Gran Prix, almeno a livello europeo. Il podio della gara olimpica è impresa ardua, più che altro per il livello tecnico delle avversarie asiatiche e americane.

In campo maschile l'ottimo piazzamento di Samuel Contesti ai mondiali di Los Angeles 2009 ha consentito di avere 2 atleti. Oltre al naturalizzato francese, ormai stabilmente tra i primi 10 della disciplina, c'è Paolo Bacchini, numero 2 azzurro. Contesti può aspirare ad una posizione nella top ten, il suo compagno di squadra è atteso da una prova convincente, seppur a standard più bassi.

Nicole Della Monica e Yannick Kocon (altro francese naturalizzato) sono certamente in parabola ascendente. Lei 20enne e lui classe 1986 dovranno innanzitutto divertirsi e trarre beneficio dal confronto con coppie fantastiche.

Due le coppie nella gara di danza su ghiaccio, entrambe competitive. Federica Faiella e Massimo Scali sono reduci dall'argento continentale (nell'occasione, miglior danza originale e miglior danza libera dell'intero lotto) dietro ai russi Domina/Shabalin e con una gara perfetta potrebbero eguagliare il risultato di Fusar Poli e Margaglio. In una specialità in cui Europa e Nord America guidano e l'Asia insegue, potrebbero approfittare di qualche errore altrui per centrare un risultato importante. Anna Cappellini e Luca Lanotte hanno avuto la capacità e l'onore di partecipare alla finale del Gran Prix. Forse un gradino sotto l'altra coppia azzurra, ma molto giovane e con ottime prospettive per il futuro.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Singolo femminile

La favorita c'è, ha un nome e un volto: la coreana Yu Na Kim, classe 1990, da due stagioni è la leader incontrastata a livello internazionale. Campionessa mondiale nel 2009 a Los Angeles dopo il bronzo di Goteborg l'anno prima, vincitrice del Four Continents di Vancouver 2009 e tre volte oro e una argento nelle ultime 4 finali del Gran Prix, insomma La Regina. Allieva di Brian Orser, ha più volte aggiornato i record del mondo del programma corto e del libero con salti che nessun'altra sa fare con altrettanta leggiadria e compostezza (ad esempio la combinazione triplo lutz-triplo toe loop) e non perde una gara da dicembre 2008.
Le avversarie più pericolose dovrebbero essere le nipponiche. Mao Asada, se al meglio, è l'unica che veramente può impensierirla. Miki Ando alla finale del Gran Prix di 2 mesi fa le è finita dietro a meno di tre punti, complici alcuni errori di esecuzione della Kim. E Akiko Suzuki, forse un gradino sotto le compagne di squadra, può puntare al podio.

Trasferendoci in Nord America, i Trials statunitensi hanno privato la competizione di una sicura protagonista, quella Sasha Cohen che a Torino fu argento. La Cohen ha pagato gli errori nel libero dei Trials, dando via libera a Mirai Nagasu. Attenterà alle medaglie Rachael Flatt, 17enne campionessa mondiale junior nel 2008. Il pubblico, almeno in una gara in cui cinesi competitive non ce ne sono, sarà tutto per Joannie Rochette, vice campionessa mondiale in carica. Infine dall'Europa Carolina Kostner e le finlandesi Laura Lepisto e Kiira Korpi. Ci sarebbe anche la russa Alena Leonova, sebbene ai recenti Europei di Tallinn s'è dimostrata piuttosto fallosa.

A Torino la giapponese Shizuka Arakawa sorprese tutti, a cominciare dall'argento Sasha Cohen e dal bronzo russo Irina Slutskaya.

Singolo maschile


Il ritorno dello zar di Russia Evgeny Pluschenko ha ulteriormente ingrandito le aspettative della gara olimpica maschile. Il tre volte campione mondiale nonché medaglia d'oro di Torino è tornato all'agonismo proprio con l'intenzione di ribadire l'egemonia artistica sul resto del globo. Certamente troverà pane per i suoi denti. Il trio di statunitensi, capeggiato dall'iridato di Los Angeles e trionfatore dell'ultima finale del Gran Prix Evan Lysacek, è agguerritissimo. Jeremy Abbott e Johnny Weir sono le due torri dell'alfiere, e anch'essi competitivi ad altissimi livelli.
Però siamo in Canada, paese dalla forte connotazione asiatica. Patrick Chan, vice campione mondiale, con passaporto del paese della foglia d'acero e occhi a mandorla mette d'accordo tutti.

Poi Nobunari Oda e Daisuke Takahashi dal Giappone. E ancora il redivivo francese Brian Joubert e l'altro grande rientrante, lo svizzero Stephane Lambiel, argento al Palavela di Torino. Insomma una schiera di fenomeni e campioni ai nastri di partenza, sarà spettacolo purissimo.

A Torino Pluschenko, Lambiel e il canadese Jeffrey Buttle al bronzo.

Gara a coppie

Sarà scontro Cina-Resto del Mondo, senza mezzi termini. Tra i Mondiali di Los Angeles, che avevano incoronato i tedeschi Aliona Savchenko e Robin Szolkowy, e la finale del Gran Prix, dominata da Xue Shen e Zhao Hongbo, i rapporti di forza sono mutati. Marito e moglie cinesi, bronzo a Salt Lake City e a Torino e esperienza quasi ventennale, stanno attraversando una seconda giovinezza e hanno polverizzato il record mondiale proprio nella tappa conclusiva dell'anno solare 2009. Ne hanno subito l'immensa personalità Dan e Hao Zhang: i due furono argento a Torino e forse anche in questo caso troveranno sulla propria strada un ostacolo insormontabile a dividerli dallo scettro olimpico. E la terza coppia cinese è la quarta del rankin mondiale a inizio 2010: Pang Qing e Tong Jian sono forse il binomio meno accreditato per salire sul podio. A capeggiare il resto del mondo proprio i due tedeschi, reduci da qualche prova in chiaroscuro e da piccoli infortuni che innegabilmente ne hanno minato le sicurezze.

I russi daranno battaglia con Yuko Kavaguti e Alexander Smirnov soprattutto, e in seconda battuta con Maria Mukhortova e Maxim Trankov. Stati Uniti in seconda fila, per la pole ci sono anche i padroni di casa Jessica Dubé e Bryce Davison, più volte saliti sui podi che contano.

A Torino furono i russi Tatiana Tomnianina e Maxim Marinin a precedere ke due coppie cinesi.

Danza su ghiaccio

Riusciranno Oksana Domnina e Maxim Shabalin a conquistare l'alloro che ancora manca loro? I campioni mondiali ed europei in carica sono tra i favoriti della gara più teatrale e suggestiva del panorama del pattinaggio, e ora che hanno definitivamente abbandonato i costumi aborigeni, si sono tolti di mezzo un'ulteriore preoccupazione. Se i connazionali Jana Kohklova e Sergei Novitski non hanno forse lo smalto per tener testa (e le recenti brutture di Tallinn lo testimoniano), a far paura sono i nordamericani. Gli Stati Uniti puntano senza mezzi termini all'oro con Meryl Davis e Charlie White, vincitori della finale del Gran Prix lo scorso dicembre. Per il metallo più prezioso c'è anche l'intero Canada, a sospingere Tessa Virtue e Scott Moir, poco più che ventenni ma già splendidi interpreti. L'espressività potrebbe essere la loro arma vincente. L'altra coppia targata Usa, ovvero Tanith Belbin e Benjamin Agosto, argento a Torino, è uno scalino sotto la top 3.

L'Europa in questa gara non è solo Russia. Federica Faiella e Massimo Scali - lo abbiamo detto - partono per inseguire un sogno. Hanno dimostrato di non temere il confronto con coppie più prestigiose e, giudici permettendo, saranno certamente nei piani alti della classifica. Poi i fratelli britannici Kerr e i francesi Nathalie Pechalat e Fabian Bourzat, binomi entrambi in crescita. Infine, a proposito di Francia, non può che destare curiosità il rientro ufficiale di Isabelle Delobel e Olivier Schoenfelder, ai box per l'infortunio alla spalla prima e alla gravidanza poi di Isabelle. I due hanno saltato pure gli Europei per continuare gli allenamenti in vista dell'appuntamento olimpico. Saranno scintille.

A Torino fu ancora oro Russia con Tatiana Navka e Roman Kostomarov, davanti a Belbin-Agosto e agli ucraini Elena Grushina e Ruslan Goncharov.

Daniele Todisco

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