sabato 30 gennaio 2010

Concedersi alla gravità su una slitta guardando il proprio destino negli occhi. Così potrebbe essere riassunta l'essenza dello skeleton, ardimento nato sui pendii alpini di Saint Moritz, sulla storica Cresta Run: pista che è vera accademia degli sport su “slitta”. Legame, quello tra la località dei Grigioni e questo sport, tanto indissolubile da fare dello skeleton disciplina olimpica nelle sole due edizioni dei giochi disputatesi nella città elvetica- anni 1928 e 1948. Nella seconda occasione l'oro si tinse d'azzurro grazie al Sondriano Nino Bibbia.

Dopo lunghi anni di astinenza, lo skeleton è tornato ad essere disciplina olimpica nell'edizione di Salt Lake 2002. Una riammissione spinta dagli organizzatori locali per rendere possibile la favola dell'allora 34enne Jim Shea jr: nipote del pattinatore Jim Shea- primo statunitense vincitore di due ori olimpici invernali- e figlio di Jack Shea, combinatista nordico apparso ad Innsbruck '64. Nella patria di Walt Disney, il lieto fine non poteva venire meno e così, dopo la comparsata nella cerimonia inaugurale dei giochi, per il rampollo di casa Shea giunse- inevitabile- la medaglia del metallo più pregiato.

In Canada sarà il Whistler Sliding Centre ad ospitare le gare di skeleton. 1395 metri, 16 curve, pendenza prossima al 10.5%, la pista olimpica si presenta come una delle più veloci al mondo. Aneddoto singolare, l'incedente durante le prove per l'omologazione della pista, è valso al bobbista locale Pierre Leuders l'intitolazione della curva 7, quella del ribaltamento. Le ultime “esse”, invece, evocano la corsa all'oro di fine '800: un auspicio per gli atleti che si daranno sul budello olimpico.

IL PASS PER VANCOUVER


Le carte olimpiche sono state attribuite dalla Federazione Internazionale di Bob e Skeleton sulla base del ranking interno considerato al 17 gennaio scorso. L'intento dell'organismo internazionale era quello di portare ai giochi 30 atleti tra gli uomini e 20 tra le donne, purché presenti nei primi 60 posti della classifica (40 per le donne) e con il limite di tre per per le nazioni di riferimento (3 quelle maschili e 2 quelle femminili). In virtù di tali restrizioni sono risultati qualificati- tra gli uomini- solo 29 atleti, mentre- tra le donne- si è dovuto allargare alle prime 45 del ranking per giungere alle 20 unità. Elementi che la dicono lunga sulla mancanza di un vero e proprio “movimento” dello skeleton.

A ranghi compatti, cioè sei atleti, si presenteranno a Vancouver il team Tedesco ed i padroni di casa Canadesi. Nessun rappresentante per il continente africano, mentre saranno ben sei i rappresentanti dell'Oceania, equamente divisi tra Nuova Zelanda ed Australia.

GLI ITALIANI IN GARA

Due gli azzurri presenti ai Giochi, entrambi qualificati per il rotto della cuffia. Tra le donne sarà Costanza Zanoletti, numero 37 del ranking FIBT, a difendere l'italica stirpe. Quinta a Torino, la Verbanese non è stata in grado- nel quadriennio che giunge la termine- di riuscire in quel balzo di qualità che ci si attendeva. Tra le migliori nel particolare della spinta, non è mai riuscita a completarsi tecnicamente, ed il suo miglior piazzamento in CdM resta il 12° di Igls 2007.
Coppa del Mondo in cui può contare soltanto tre apparizioni l'altro alfiere azzurro, Nicola Drocco. Il 30enne di Alba si trova ai Giochi un po' per caso: a conquistare il pass olimpico per il CONI, con il 57° post nel ranking, è stato infatti Maurizio Oioli, comparsa azzurra della CdM 2009-10, i cui deludenti risultati- costantemente a cavallo tra la penultima e l'ultima posizione- hanno portato i tecnici federali a giocare la carta a sorpresa.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Gara Femminile

Grande favorita della gara femminile, sarà la Canadese Melissa Hollingsworth. La 29enne stedentessa di Calgary, già bronzo a Torino, si presenterà coi favori del pronostico non solo in virtù del primato nel ranking FIBT, ma anche perché suo è il primato del tracciato di Whistler, con il tempo di 54”81 siglato nella pre-olimpica del febbraio scorso. Ma, nello skeleton, soprattutto nel format olimpico a 4 manche- invece delle solite due- gli errori sono dietro l'angolo e la gara potrebbe aprirsi a molteplici possibilità. Agguerrita è la pattuglia tedesca con la vincitrice di Coppa 2009, Marian Trott, e la non troppo costante Anja Huber più della Szymkoviak. Anja Huber alla quale appartiene anche il primato di spinta del budello olimpico. Outsider di lusso sarà il team Britannico: una squadra a “conduzione familiare” con Amy Williams e- soprattutto- Shelley Rudman rifornite di slitte avveniristiche dal di lei compagno Richard Bromley.
A Torino- la Svizzera Maya Pedersen beffò proprio Rudman e Hollingsworth.

Gara Maschile

Potrebbe spirare il vento dell'est sospinto dai fratelli Lettoni Martins e Tomass Dukurs. Il primo e più piccolo dei due, è arrivato quest'anno alla piena maturazione dimostrando estrema regolarità nella CdM di cui è leader. Meno regolare ma anche lui in grado di piazzare zampate da podio il secondo e maggiore. Comunque vada, la pista di Sigulda potrà vantare i suoi talenti...
Fortissimi anche in campo maschile i tre rappresentanti teutonici: Frank Rommel è una certezza, Sandro Stielicke la scheggia impazzita che potrà giovare dell'ardore giovanile almeno nella stessa misura in cui potrebbe pagare dazio all'inesperienza, Halilovic un terzo uomo da non sottovalutare.
Per quel che rigurda i padroni di casa Jeff Pain- detentore del record della pista- cercherà di salire quell'unico gradino che gli mancò a Torino, dove fu argento. Anche se i risultati di stagione indicano in Montgomery l'uomo di punta dei nord-americani: un fattore che potrebbe sgravare Pain di una ingombrante responsabilità. Infine l'ingegner Bromley, che proverà ad estrarre dal cilindro i materiali vincenti.
A Torino- fu doppietta Canadese con Gibson davanti a Pain. Bronzo all'elvetico Staehli.

Marco Cinelli

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