
Un'escalation catastrofica se si pensa che solo pochi minuti prima Armin Zoeggeler era stato disarcionato dal suo slittino a quasi 100km/h e solo l'enorme esperienza gli aveva consentito di limitare gli effetti della caduta e addirittura di tornare in partenza per una nuova discesa. Che il tracciato – con punte di 150 km/h è il più veloce del globo – fosse tutt'altro che sicuro lo si era inteso sin dai primi giorni di prove cronometrate. La romena Violeta Stramaturaru era stata portata in ospedale per accertamenti dopo che una sbandata le aveva causato perdita di conoscenza. Quattro atleti statunitensi tra mercoledì e ieri non hanno terminato le rispettive discese per incidenti di minore entità. Lo stesso Kumaritashvili giovedì era caduto dal suo attrezzo senza riportare, in quel caso, alcuna conseguenza.
L'incidente mortale ha ovviamente determinato la sospensione a tempo indeterminato delle sessioni di allenamento. Un colloquio generale tra i dirigenti della Federazione Internazionale e i direttori tecnici dei team, previsto per le 18 ora canadese, proverà ad individuare le prossime mosse. A questo punto è in dubbio lo svolgimento di tutte le gare che dovrebbero disputarsi al Whistler Sliding Centre (oltre allo slittino, anche bob e skeleton). Certamente si lavorerà per proteggere i lati della pista con lastre di plexiglas, per scongiurare altri orribili episodi. Ma evidentemente sarà troppo tardi. L'atmosfera a Vancouver e dintorni ha perso ogni carattere festoso e suggestivo. La notizia è piombata in città proprio mentre la fiaccola si avvicinava al BC Place, sede di una cerimonia di apertura che ora pare priva di significato.
da Vancouver, Daniele Todisco
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