martedì 8 dicembre 2009

L'anno solare 2009 del pattinaggio artistico si è di fatto chiuso con la finale del Gran Prix.
Rispetto allo stesso evento di 12 mesi fa, quattro trionfatori diversi: la dimostrazione che gli altissimi livelli di competitività non consentono pause o errori, e che la disciplina è in continua evoluzione.

Yu Na Kim è al momento la principessa incontrastata del ghiaccio. La finale 2008 a Goyang City, nella sua Korea, resta l'ultima gara in cui la nemmeno 20enne pattinatrice fu battuta. Ci riusci l'ex campionessa mondiale Mao Asada. Da allora la Kim viaggia su piani ultraterreni e, pur non esaltando nella due giorni di gare, colpisce nel free program per la vivace personalità e al contempo per l'estrema raffinatezza dei suoi passi. Il tecnico Brian Orser, due volte argento olimpico, può comunque dirsi soddisfatto e lancia la sua allieva verso l'oro a cinque cerchi. Applausi anche alle due piazzate, le giapponesi Miki Ando (prima nel programma corto, viene oltremodo premiata nel free nonostante un'interpretazione poco coreografica) e Akiko Suzuki. Delusa la canadese Joannie Rochette, raramente così imprecisa.

E' ancora statunitense l'oro del maschile. Evan Lysacek (foto) si ripete a due anni di distanza e con il consueto completo nero trascina il pubblico con sonorità classicheggianti e sequenze di passi suggestive. L'allievo di Frank Carroll, al personal best, si lascia alle spalle il giapponese Nobunari Oda in versione Charlie Chaplin. Nikolay Morozov esalta le sue qualità di saltatore e lo accompagna all'argento. Terzo l'altro statunitense Johnny Weir, anch'egli al personale, migliorabile per quanto visto sui salti e le transizioni tra gli elementi del libero. Una caduta frena il terzo Usa, Jeremy Abbott, che poi si esalta e chiude in crescendo. Male il favorito per l'oro, Daisuke Takahashi from Japan, sporca trottole e salti e finisce quinto.

Impressionanti nel doppio i cinesi Xue Shen e Hongbo Zhao, alla sesta affermazione in una finale del Gran Prix (la prima nel 1998). Una lieve imprecisione di Zhao all'inizio del libero è il prologo ad un capolavoro per intensità e spettacolarità. Elementi molto complicati eseguiti con naturalezza e sempre a tempo di musica valgono un punteggio da record assoluto, 214,25. Esattamente come un anno fa è doppietta Cina: Qing Pang e Jian Tong furono oro nel 2008 ma possono accontentarsi dell'argento con personale allegato. Il bronzo non può realizzare in pieno le intenzioni di Aliona Savchenko e Robin Szolkowy, che presentano un programma libero teoricamente molto valido ma si perdono negli elementi solitamente impeccabili (ad esempio il flip lanciato).

Infine nella danza sono quinti Anna Cappellini e Luca Lanotte, il cui "Requiem for a dream" (colonna sonora dei francesi di bronzo, Natalie Pechalat e Fabian Bourzat) risulta godibile ma ancora appannato in qualche tratto. L'oro è finito al collo degli statunitensi Meryl Davis e Charlie White, che si avvantaggiano nell'Original Dance (non era prevista la Compulsory Dance) e respingono con un programma pulito e di alto coefficiente di difficoltà il ritorno dei canadesi Tessa Virtue e Scott Moir, applauditi a lungo al termine di un'esibizione da brividi. Quella tra le due coppie nordamericane sarà forse la sfida più affascinante in quel di Vancouver.

Intanto buone notizie da Dortmund, città che ospitava il NWR Trophy. Valentina Marchei ottiene vittoria e personale, e punta decisa alla leadership azzurra di Carolina Kostner; Samuel Contesti è secondo dietro al francese Brian Ponsero, nella danza si impongono Nicole Della Monica e Yannick Kocon.

Ora spazio ai campionati nazionali. Prossimi appuntamenti internazionali, gli Europei a Tallinn dal 17 al 24 gennaio e il Four Continents, in Korea dal 25 al 31. Prove generali per la gara olimpica.

Daniele Todisco

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