martedì 16 febbraio 2010

Si alza finalmente il sipario sul programma olimpico dello sci alpino, e l'inizio è tanto travagliato quanto elettrizzante. Pioggia e temperature primaverili scombussolano i piani di atleti e organizzatori: la prima prova è interrotta a metà, la seconda viene corsa su un tracciato accorciato, la terza non vede neppure la luce. Bollettini meteo che impongono uno slittamento di 48 ore e la scelta, alla fine, si rivela quanto mai azzeccata.

Spettacolo sublime in scena sulla Dave Murray di Whistler: gara tirata, neve perfetta, cielo terso e infermeria vuota. Caratteristiche non proprio comuni a quanto visto in questa stagione, caratteristiche che, in fin dei conti, giustificano un'attesa durata sin troppo. Vince Didier Defago e la sorpresa, se così vogliamo definirla, è alquanto relativa; classe '77, quasi quindici anni di esperienza nel circuito di Coppa del Mondo, tre successi in carriera di cui due in discesa. Non tragga in inganno lo striminzito palmarès dell'elvetico, è la qualità - o meglio, il prestigio - del successo a far grande un discesista: Wengen e Kitz, ossia Lauberhorn e Streif, e il DOCG è garantito.

Avversari racchiusi in un fazzoletto, distacchi infinitesimali e classifica finale che regala agri sorrisi e dolci delusioni. E' il caso del norvegese Aksel Lund Svindal, argento per soli 7 centesimi al termine di una gara corsa al di sopra delle recenti aspettative, ed è pure il caso di Rodeo Miller, bronzo per soli 9 centesimi, all'infruttuosa caccia di quella vittoria che avrebbe suggellato una carriera tanto prolifica quanto eccentrica. E appartengono proprio a Crazy Bode i maggiori rimpianti per quanto visto quest'oggi: incredibilmente preciso e ben saldo al terreno, velocissimo nella parte alta del tracciato, ma leggermente in ritardo di linea negli ultimi venti secondi di gara nei quali - pagando forse una condizione atletica per così dire originale - regala al cronometro centesimi che avrebbero potuto rivelarsi preziosissimi. Non vi è invece nulla di dolce nelle lacrime di Mario Scheiber (4°), confinato per soli 12 centesimi ai piedi del podio e costretto alla tanta odiata medaglia di cartone che va di pari passo con le costanti sfortune del 26enne talento austriaco.
Male i tre grandi favoriti della vigilia. Didier Cuche rimane aggrappato al podio fino al penultimo intermedio prima di naufragare in 6° posizione (il che non è certo un eufemismo visto il dominio stagionale), discorso analogo per Michael Walchhofer (10°), mentre è da dimenticare la prova di Carlo Janka (11°), mai in gara sin dal principio. Naufragano anche i fondati sogni olimpici dei padroni di casa e il quinto posto di Eric Guay ha le sembianze di un inutile contentino: Osborne-Paradis (17°) delude le attese di tifosi e addetti ai lavori, mentre Robbie Dixon (DNF) non riesce a ripetere quanto di buono registrato in prova e chiude anzitempo la propria fatica.
Giornata in chiaroscuro per i nostri colori. In sordina il grande atteso Werner Heel (11° e in ritardo sin da subito), benino Peter Fill (15° nonostante la quasi totale mancanze di gare all'attivo in stagione), praticamente non pervenuto Patrick Staudacher (35° a quasi tre secondi di ritardo). Ma le più grandi emozioni portano la firma di Christof Innerhofer (19° al traguardo), e la notizia non può che far piacere visto il recente periodaccio del finanziere di Brunico: la luce verde accesa al terzo intermedio non trova degno riscontro sulla linea d'arrivo, ma i brividi corsi al parterre sulla schiena di Defago costituiscono la miglior risposta a una stagione tutt'altro che positiva. Tra quattro giorni lo rivedremo in super-g, nel frattempo ci godiamo il ritorno di un campione che ha già scritto (vd. Bormio 2008) e continuerà a scrivere per anni la storia dello sci italiano.

Settimana olimpica di sci alpino che non conosce pause dopo i travagli del weekend: si riparte subito con la supercombinata, sempre al maschile. Lotta per il podio che non dovrebbe interessare gli azzurri ma, si sa, sorprese e spettacolo vanno di pari passo con tale disciplina.

Davide Collareta

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