lunedì 22 febbraio 2010


Un sogno che si realizza, l'ultima cartuccia sparata da un fenomeno che in carriera, a partire da oggi, ha vinto tutto il possibile. Nato 32 anni fà nelle foreste del New Hampshire da una giovane coppia hippy, esordisce poco più che ventenne nel circuito internazionale e impone immediatamente la propria dittatura: 68 podi, 32 vittorie, 2 Coppe del Mondo, 4 coppette di specialità, 4 ori mondiali, atleta tra i pochi eletti ad esser riuscito nell'impresa di vincere in qualsiasi disciplina. Mancava solo il titolo più importante, quello a cinque cerchi: impresa soltanto sfiorata a Salt Lake City nel 2002 con due argenti in gigante e combinata, delusione a Torino nel 2006 da cui ripartì senza alcuna medaglia al collo. Ma a Vancouver non sono presenti le conigliette del Tabata, e non vanno neppure in onda immagini di freestyle e discese corse a 100km/h su un solo sci: bronzo in discesa, argento in super-g, oro in supercombinata. Il cerchio è chiuso, il bottino è addirittura superiore a quello della connazionale Vonn. Gli States ritrovano il più grande campione della loro storia, il mondo dello sci saluta un personaggio la cui mancanza, dal prossimo anno, peserà quanto un macigno. Nuovi orizzonti in vista per Rodeo Miller, in primis la partecipazione agli Us Open di tennis nel prossimo agosto: difficile vederlo ancora nel circus bianco nelle vesti di allenatore, troppo banale, scontato. Il futuro sarà eclettico quanto il passato, quanto il presente, quanto l'uomo. Semplicemente Bode Miller.

L'analisi dei tempi registrati dallo statunitense è, come al solito, paradossale: discesa al di sotto delle aspettative chiusa in quarta posizione, slalom pazzesco suggellato dal terzo parziale di manche, e sogni di gloria degli avversari che evaporano nel cielo di Whistler. Il grande favorito della vigilia Ivica Kostelic, nonostante un'ottima discesa, non riesce a fare la differenza tra le curve strette disegnate dal padre tracciatore e deve accontentarsi di un argento che fa il pari con quello vinto a Torino. Condotta di gara identica anche per il bronzo Sylvan Zurbriggen, specialista elvetico già a podio in questa stagione, apparso decisamente statico nella manche a lui più congeniale.
Il campione olimpico in carica Ted Ligety (4°) non riesce a confermarsi tale, ma il miglior parziale messo a referto in slalom costituisce un segnale importante in vista degli ultimi due appuntamenti; buone anche la prove di Carlo Janka (4°) e Benni Raich (6°), nonostante l'obiettivo fosse di ben altro spessore. Il norvegese Svindal - oro in super-g, argento in discesa - prova a tener testa al ruolino di marcia di Miller, ma la corsa alla terza medaglia termina con un'inforcata che vanifica il miglior tempo messo a referto in discesa. Fuori dai giochi pure Defago e Baumann, delude lo specialista croato Zrncic-Dim (20°), malissimo il francese Lizeroux (18°) che tornerà a caccia della medaglia nello slalom in programma sabato. La sorpresa di giornata porta il nome del ceco Andrej Bank (6°), e luci della ribalta anche per l'inatteso statunitense Brandenburg (10°), nessun punto in CdM ma autore del secondo miglior tempo di manche in slalom.
Solita giornata da bicchiere mezzo vuoto in casa azzurra. Bene Dominik Paris (13° al termine ma secondo miglior parziale in discesa), soltanto sufficiente un Cristof Innerhofer (8°) decisamente al di sotto delle aspettative nella prima manche dopo i recenti exploit messi in mostra qui a Whistler; uscite di pista invece per Peter Fill e Manfred Moelgg.
Sogni di medaglia rimandati, come da copione, alla seconda settimama olimpica: Blardone e Simoncelli tra i favoriti delle porte del gigante, Razzoli e Moelgg tra i pali dello slalom. Si torna in pista martedì, prima manche ore 18.30, seconda ore 22.00. Sperando di rivedere quanto in andato in scena in Badia o a Zagabria, sperando più semplicemente di invertire una rotta che sta per giungere al capolinea.

Davide Collareta

Nessun commento:

Posta un commento

Stats