lunedì 2 marzo 2009

Si chiude con un oro, un argento e due bronzi il mondiale del fondo azzurro; un bottino complessivamente soddisfacente che migliora, seppur di poco, quanto fatto sulle nevi giapponesi di Sapporo nel 2007. Rispetto al passato recente del fondo azzurro, un mondiale in netta controtendenza che ha visto come grande protagonista la squadra femminile.
Arianna Follis (voto 9) è riuscita laddove solo Stefania Belmondo era stata capace conquistando uno storico oro nella gara a sprint, bissato da un bronzo nella staffetta, sempre sprint. La 32enne aostana è insomma arrivata al culmine della sua carriera, al termine di una parabola crescente che le ha riservato bronzi olimpici e mondiali e ripetuti successi in cdm e nel Tour de Ski.
Ma il mondiale della squadra in rosa, seppur a ranghi decisamente ridotti, non è stato solo Follis: straordinaria anche Marianna Longa (voto 8). Anche per lei le medaglie sono state due: oltre al già citato bronzo in coppia con la Follis, per la livignasca è giunto anche uno storico argento nella 10km. Storico soprattutto per la tecnica in cui tale alloro è stato conseguito, quella classica, in cui tradizionalmente non siamo soliti eccellere.
Quasi evanescente il resto della squadra (voto 5,5) che non è riuscito a supportare le due punte nella staffetta e non ha fatto molto altro per farsi notare. Preoccupano, e non poco, l'età media della squadra (ormai a ridosso dei 30 anni) e la mancanza di giovani competitive che possano dare seguito ai successi degli ultimi anni.

Passando ai maschi le soddisfazioni, e quindi i voti, si riducono. Ci si aspettava molto più del solo bronzo conquistato da Giorgio di Centa (voto 7+, il migliore) nella gara ad inseguimento. Male gli sprinter (voto medio 5,5), con il solo Fulvio Scola (6+) a salvarsi sia nella gara individuale che in quella a coppie, non tanto meglio i fondisti. Negativo il mondiale di Piller Cottrer (6,5 per l'impegno profuso), che pure c'ha provato in tutti i modi a dare battaglia sia nell'inseguimento che nella 50km, nonostante la scarlattina pre-mondiale. Sotto le aspettative anche la staffetta (5) che ha pagato la solita lacuna azzurra in tecnica classica e, a nostro parere, una scorretta sistemazione dei quattro frazionisti: con Pietro Piller in classico e Clara in pattinato, la medaglia forse era possibile. Nel complesso, al maschile, un mondiale appena sufficiente per una squadra che avrebbe potuto raccogliere molto di più viste le grandi potenzialità di cui dispone.

Valicando gli italici confini, questo mondiale ha incoronato due grandi protagonisti del fondo mondiale: Aino Kaisa Saarinen e Petter Northug. La finlandese, che ha conquistato ben quattro medaglie, ha dimostrato di essere la vera regina del fondo mondiale conquistando allori sia in alternato che in pattinato; sia nelle gare di distanza che nelle gare sprint. Una vera interprete del fondo moderno che richiede estrema completezza alle sue protagoniste. Il giovane norvegese, tre ori per lui, ha invece imposto la sua supremazia nelle mass start vinte senza indugi dopo aver messo alla frusta tutti gli avversari più pericolosi. Ma la Norvegia non si limita al solo Northug: emblematico i 5 successi su 6 nelle gare maschili con l'estone Veerpalu unica mosca bianca in grado di imporsi nella 15km tc. Ultima nota per la polacca Kowalczyk, dea sgraziata in grado di portare a casa due ori, e che ori, insoliti per la sua nazione.

Marco Cinelli

Nessun commento:

Posta un commento

Stats