
Sul gradino più alto del podio lo statunitense Jeremy Abbott, che in extremis si guadagna l'accesso alla finale (del cui trofeo è detentore) grazie al personale stagionale. Ancora meglio di lui, almeno nel free program, il giapponese Daisuke Takahashi: 155,01 è il miglior risultato stagionale - frutto di ottime combinazioni di salti e una valutazione di livello 3 nelle trottole e nelle linee - a poco più di 20 punti dal record mondiale che gli appartiene. Abbott e Takahashi raggiungono i due Usa Evan Lysacek e Johnny Weir, l'altro giapponese Nobunari Oda e l'unico europeo, Brian Joubert.
Tutto come previsto in campo femminile, anche se la giapponese Akiko Suzuki ha rischiato grosso. Decisamente sottotono rispetto alla tappa cinese, ha racimolato un quinto posto, ultimo utile per ottenere la qualificazione alla finale. A parità di punti con le statunitensi Rachael Flatt e Alissa Czisny, è baciata dal regolamento che la promuove in base al miglior piazzamento ottenuto (appunto, il primo posto nella tappa di Pechino). Molto più elegante e concentrata Joannie Rochette, le cui sbavature sul triplo Loop e sulla combinazione triplo Lutz doppio toe-loop l'hanno animata di ulteriore energia per concludere un programma libero molto dispendioso, applaudito a lungo dal "suo" pubblico. Rochette sarà l'avversaria più credibile della coreana Yu-Na Kim a Tokyo: oltre a Suzuki e alla connazionale Miki Ando, saranno in gara la giovanissima russa Alena Leonova e la statunitense Ashley Wagner.
Aliona Savchenko e Robin Szolkowy (foto) erano chiamati a vincere per staccare il biglietto per Tokyo. Non solo hanno conquistato l'oro, ma hanno anche fatto segnare il nuovo record mondiale con 206.71 punti, 17 centesimi di punto in più del vecchio record di Xue Shen e Hongbo Zhao, che resisteva dalla finale del Gran Prix 2005. Splendidi salti (tripli loop e Salchow lanciati) sulle note di "Outside of Africa", nuovo free program che pare darà molte soddisfazioni ai due tedeschi.
A Tokyo ci saranno anche i russi Maria Mukhortova e Maxim Trankov, secondi nonostante l'interruzione forzata durante il programma libero: sul doppio Axel Maxim perde la cinghia della scarpa e l'arbitro ferma l'esibizione; i due russi riprendono come se nulla fosse e la penalità fa solo statistica. Fuori dalla finale i canadesi Jessica Dube e Bryce Davison che, a parità di punti e piazzamenti con i cinesi Dan e Hao Zhang, pagano nel punteggio totale.
Nella danza, l'assenza di Federica Faiella e Massimo Scali per un non meglio precisato infortunio ha escluso qualsiasi imprevisto nella corsa alla qualificazione. Tessa Virtue e Scott Moir trionfano con un libero, al solito, romantico e spettacolare (sulle note dell'Adagietto, dalla quinta Sinfonia di Mahler), ottenendo il miglior punteggio stagionale. A Tokyo pure i francesi Nathalie Pechalat e Fabian Bourzat, soddisfatti del secondo posto in Canada, visto che, a loro dire, mai avevano pattinato al meglio sul ghiaccio che ospiterà le Olimpiadi. Con Meryl Davis/Charlie White, Tanith Belbin/Benjamin Agosto e i fratelli Sinead e John Kerr, anche Anna Cappellini e Luca Lanotte, unici rappresentanti italiani alla finale del Gran Prix.
A loro un sincero applauso, comunque vada.
Daniele Todisco
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