
A vincere è la tedesca Kathrin Hoelzl - primo successo in carriera - al termine di una sfida ad alti livelli con l'austriaca Zettel (seria candidata, nonchè unica alternativa, a Riesch e Vonn per la vittoria finale in CdM). La sorpresa del giorno - seppur relativa per gli addetti ai lavori - si chiama però Federica Brignone, 19 anni, figlia d'arte, talento polivalente dal roseo futuro, in grado di centrare il primo podio in carriera dopo sole quattro gare disputate nel circuito mondiale. Ma Federica altro non è che l'ennessima freccia all'arco azzurro, l'arco di una squadra in grado di presentarsi al cancelletto della seconda manche con 7 atlete piazzandone al traguardo ben quattro nelle prime nove. Continua a mancare la vittoria da quel lontano gennaio 2008, questo è vero, ma la prestazione complessiva è importante. Quanto se non più di allora. La 19enne di Courmayeur disputa la gara perfetta, sempre all'attacco, puntuale e precisa: ottavo tempo nella prima frazione nonostante il pettorale non certo benevolo, miglior tempo di manche qualche ora dopo, e meritato terzo gradino del podio tra lo stupore generale.
Ma il piccolo capolavoro azzurro porta anche le firme di Manuela Moelgg (ottima settima piazza ottenuta grazie a una seconda manche grintosa e ai limiti della perfezione), di Nicole Gius (ottava con pochi acuti ma costanza e precisione da vendere) e di Denise Karbon (nona e con tanti rimpianti per quegli ultimi venti secondi di gara che le costano un sicuro piazzamento nella top five). Doveroso sottilineare anche l'ottima prova di Giulia Gianesini, diciottesima al traguardo e punti importanti per consolidare il proprio ranking nel gruppo delle migliori trenta, nonchè l'interessante prestazione di Irene Curtoni, ventiquattresima e in costante crescita tra le porte del gigante. Diramare le convocazioni per il quartetto olimpico sarà tutt'altro che una passeggiata.
Lo slalom speciale del giorno seguente è, invece, di tutt'altro tenore. Il tracciatore finlandese Suvnik inventa linee impossibili e assassine, e lo spettacolo viene ridotto allo stato brado con distacchi surreali e d'altri tempi. Escono in tante, in troppe, e ne fanno le spese anche specialiste del calibro di Vonn o Borssen, nonchè le nostre Moelgg, Costazza e Curtoni nonostante intermedi di livello.
Il podio finale rende comunque onore al merito: a vincere è la ceca Sarka Zahrobska (unica in grado nella prima frazione di interpretare magicamente l'assurdo tracciato), davanti a una ritrovata Schild e una sempre più costante Zettel. La baracca azzurra viene salvata dall'onerovole ottavo posto di Nicole Gius (il secondo in due giorni), va a fondo invece quella della regina del circuito Lindsey Vonn: zero punti sulle nevi di casa per un disastro che, involontariamente, riapre una stagione che sembrava già chiusa ancor prima di iniziare.
Ma le voglie di rivalsa dell'americana potranno essere saziate già tra pochi giorni. Da venerdì, infatti, trittico di appuntamenti ad alta velocità sulle vette canadesi di Lake Louise.
davide collareta
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