
Un trionfo in volata per la Jonsson, premio per un miglioramento enorme in soli 12 mesi. Alla mirabile precisione al tiro (tra le migliori percentuali di tutto il circuito) ha unito un passo più che discreto sugli sci. E, nonostante non le si possano attribuire tutti i favori del pronostico, sarà la donna da battere in Coppa e a Vancouver.
L'armata tedesca è senza dubbio la più minacciosa per la detentrice della sfera di cristallo. E non solo perché schiera 4 atlete che quella sfera l'hanno già alzata (Martina Beck ex Glagow, Andrea Henkel, Magdalena Neuner e Katy Wilhelm), ma per la capacità di eccellere su ogni format di gara, con il supporto di Simone Hauswald e Katrin Hitzer, due atlete di qualità fuori dal comune.
Discorso leggermente diverso per le russe, falcidiate dalle pesanti squalifiche per doping di Albina Akhatova e Ekaterina Iourieva. Lì convivono due anime, una più matura e tradizionalista (Olga Zaitseva, Anna Boulygina, Olga Medvedtseva) e una più fresca e europeista (Svetlana Sleptsova su tutte), e spesso in seno alla squadra nascono incomprensioni e litigi. Ferma restando, in ogni caso, l'assoluta competitività.
Poi due serie di antagoniste. La prima, costituita da biathlete di grande esperienza e con numerose fatiche sulle spalle: la svedese Anna Carin Olofsson, già mamma, la francese Sandrine Bailly, attesa ad un parziale riscatto rispetto alle ultime prestazioni deludenti, la norvegese Tora Berger, leonessa sorella di Lars. La seconda, costituita da giovani atlete in via di definitiva consacrazione: la bielorussa Darya Domracheva, talento purissimo e qualche sregolatezza (qualcuno la ricorderà lo scorso inverno sparare in piedi in una sessione a terra), le gemelle ucraine Valj e Vita Semerenko, la francese Marie Laure Brunet e, perchè no, la finlandese Kaisa Makarainen.
E le azzurre? Negli ultimi anni è stata Michela Ponza a tirare la carretta per tutte, con 7 podi all'attivo in carriera (ma mai un successo) e qualità di tiro pressochè inarrivabili per chiunque altra. Le altre, giovani e meno giovani, hanno spesso latitato. Nell'attesa dell'inserimento della pluricampionessa mondiale a livello juniores, Dorothea Wierer, il team azzurro confida in prestazioni convincenti di Katja Haller e Roberta Fiandino.
Si parte nel pomeriggio, a Oestersund (Svezia), con l'individuale su 15 km, specialità storica: 5 giri da 3 km, intervallati da quattro sessioni al poligono (prima e terza in terra, seconda e quarta in piedi); ogni errore vale un minuto di penalità. Insomma, almeno qui, vince chi sbaglia meno.
Daniele Todisco
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