
Le gerarchie del biathlon sono in parziale evoluzione: alle superpotenze da sempre leader della disciplina si affiancano realtà in prodigiosa crescita, che s'intrufolano alla prima occasione.
L'Austria di Simon Eder (foto) e Cristoph Sumann coglie risultati di rilievo in gare individuali e in staffetta con strabiliante continuità. Il primo si inserisce tra il duo norvegese Svendsen-Bjorndalen nell'inseguimento grazie ad un'ultima sessione di tiro in piedi di rara velocità e apre la staffetta con un 10 su 10 di routine, il secondo timbra il cartellino in ogni format ed è forse l'unico serio avversario degli scandinavi per la conquista della sfera di cristallo. Dominik Landertinger vuole strafare davanti al pubblico di casa e estrae dal cilindro una prestazione sugli sci disarmante. Peccato che, almeno in questo weekend, il braccio balli troppo e gli errori al poligono siano troppi.
Per quanto riguarda le donne, Helena Jonsson non pare volersi fermare. Settima vittoria in carriera per la svedese, ancora davanti a tutte nell'inseguimento: se la detentrice della Coppa continua a sparare con percentuali superiori al 90% e condisce la precisione con un passo decisamente veloce sugli sci stretti, allora le altre gareggiano per il secondo posto. Anna Carin Olofsson soffre di giornate di scarsa vena al tiro, alle russe Sleptsova e Zaitseva manca ancora qualcosa per competere su ogni tracciato, infine le tedesche sono molto lontane dalla migliore condizione.
Il flop tedesco è inequivocabile: assenti Magdalena Neuner e Katrin Hitzer, nessuna delle teutoniche riesce a salire sul podio, e quel che più conta, il podio sfugge anche nella staffetta, solitamente terra di facile conquista. La situazione non deve preoccupare più di tanto, anche perchè dietro alle "anziane" c'è una batteria di giovani atlete (Neuner su tutte, ma anche Doll e Gossner) pronte a prendere il testimone. Però fa specie che Wilhelm, Henkel e Glagow stiano a stecchetto così a lungo. Nel maschile la situazione non è migliore, visto che a parte Arnd Peiffer c'è il vuoto. E qui il ricambio generazionale è più lento.
L'Italia ha modo di sorridere grazie a Christian De Lorenzi e Lukas Hofer, i quali recuperano posizioni nell'inseguimento e si assestano intorno alla decima posizione. Manca solo lo squillo di Markus Windisch, che attendiamo con ansia per poter costruire una staffetta (nona ad Hochfilzen) competitiva per le prime 5 posizioni.
Daniele Todisco
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