venerdì 15 gennaio 2010

Unica novità rispetto al programma di Torino2006, a Vancouver sarà inserita la gara di skicross. Ufficialmente farà parte del programma del freestyle, ma questa disciplina è un mondo a sé rispetto alle gobbe ed alla rampa degli aerials, con dinamiche forse più assimilabili al Palio di Siena. Ad una manche “contre-la-montre”, per dirla come i cugini d’oltralpe, segue la fase knockout dove i qualificati si sfidano in batterie da quattro per accaparrarsi il passaggio al turno successivo (cui hanno facoltà i primi due). Salti, sconnessioni, dossi e curve paraboliche sono l’appetibile contorno a quella che l’anima di questo sport: il contatto tra gli sciatori, vero elemento che distingue lo skicross dallo sci alpino.

Di Italiani in grado di competere ad alto livello neanche l’ombra: Matteo Loss e Max Iezza sono atleti che di rado riescono a qualificarsi alla seconda fase di gara. Nessun punto di CdM raccolto dai due azzurri nel 2010.

Vecchia conoscenza degli amanti dello sci alpino, Daron Rahlves è salito negli ultimi tempi al vertice della specialità raggiungendo un nono posto agli scorsi mondiali ed addirittura un podio- secondo- nella recente tappa Austriaca di Oberndorf.

Personaggio simbolo in campo maschile è il Ceco Tomas Kraus, vincitore di coppa dal 2005 al 2009 con la sola interruzione nel 2007, ma sottotono dopo il 23esimo posto agli ultimi mondiali. A guidare le fila della specialità, dopo 5 tappe, è lo svizzero Michael Schmid, che raccoglie i frutti del doppio successo sulle nevi Altoatesine di San Candido. Nelle tre successive tappe, ad imporsi tre atleti diversi: il giovane tedesco Stickl si è imposto nella già citata tappa di Obendorf; sulle nevi di Les Contamines si è imposto il padrone di casa Xavier Kuhn giunto, in quell’occasione, al secondo successo in carriera. Infine, ed arriviamo a quanto accaduto non più tardi di due giorni fa, il successo del Canadese Delbosco nella tappa dell’Alpe d’Huez, montagna di leggende a due ruote.

Nel gentil sesso, dominatrice incontrastata di specialità è la Francese Ophelie David, autentica cannibale che marchia il suo nome sulla sfera di cristallo ininterrottamente dal 2004. La Transalpina, bi-campionessa del mondo nel 2006 e nel 2007, ha però mancato l’appuntamento iridato nel 2008, ed ha chiuso soltanto al settimo posto i mondiali 2009, a dimostrazione della difficoltà, per i campioni di questo sport, nei grandi appuntamenti. Ophelie ha chiuso al secondo posto la tappa dell’Alpe d’Huez chiusa nella morsa di ben tre canadesi: Kelsey Serwa prima, Asleigh McIvor e Julia Murray, rispettivamente terza e quarta.

Prossimi appuntamenti, gli ultimi prima che questa disciplina vesta l’abito buono per l’atteso esordio olimpico, in terra NordAmericana sulle nevi Canadesi di Blue Mountain e su quelle che furono a cinque cerchi di Lake Placid.

Marco Cinelli

Nessun commento:

Posta un commento

Stats