
Lindsey, Lindsey e ancora Lindsey. Così è iniziato il long weekend di Haus im Ennstal, e così è terminato. La signora Vonn, nonostante i dolori all'avambraccio sinistro post-caduta nel gigante di Lienz, si conferma regina indiscussa dell'alta velocità e mette in cascina altri 300 punti, ossia un macigno pesantissimo sulla strada che porta al coppone di cristallo.
Discese inedite quelle in programma in territorio austriaco, pendio di scarsa difficoltà, ma scenari comunque affascinanti e velocità elevate. I distacchi sono minimi, l'errore non è contemplato, la scorrevolezza è tutto. E in questo Lindsey Kildow, maritata Vonn, non ha eguali.
Podio dalle grandi firme quello del venerdì, in cui a far compagnia all'americana infatti troviamo, o meglio ritroviamo a distanza di quasi un anno dal terzo posto ottenuto a Tarvisio a inizio 2009, la rediviva Anja Paerson (2° a soli 35 centesimi di distacco) e la solita Maria Riesch (3° a +0.39). Ma certamente positiva è pure la giornata azzurra: Nadia Fanchini (4°) è la migliore tra le umane, poco più attardata - comunque tra le uniche sette atlete a contenere il ritardo dall'americana sotto il secondo - una fantastica Dada Merighetti (6°) al miglior risultato stagionale.
Il maltempo complica la vita degli organizzatori e l'orario d'inizio della discesa del sabato slitta di quasi due ore. Cancelletto di partenza abbassato a latitudini più visibili, pista ridotta, e tempi finali simil-gigante. Parte forte Nadia Kamer (2° al termine), e il pettorale n. 1 si rivela un'occasione quanto mai ghiotta: la neve cade più fitta, la visibilità si riduce, e tutte le avversarie s'accodano all'elvetica. Ma alla prova del nove le velleità di gloria rossocrociate si dissolvono: Lindsey Vonn, pettorale n. 16, visibilità pessima, passa al comando per soli 11 centesimi e bissa il successo del giorno precedente. Gara finita e tutte a casa? Non proprio, con pettorale 29 Ingrid Jacquemod rischia di far saltare il banco: al comando sino all'ultimo intermedio commette una piccola sbavatura sul muro finale che le costa un paio di decimi e la relega al terzo gradino del podio. Svanisce pure il piccolo sogno della connazionale Rolland (4°) a caccia del primo podio in carriera, Anja Paerson (5°) si conferma competitiva in ottica Vancouver, mentre la rivale al titolo Maria Riesch (7°) limita i danni nonostante una gara sottotono.
Benino le azzurre nonostante la debacle di Nadia (24° e mai in gara): Dada Merighetti (8°) si conferma sui livelli del giorno precedente, Elena (13°) risulta la migliore delle sorelle Fanchini, discrete prove per Recchia (18°) e Stuffer (20°), qualche punticino infine anche per Schnarf (27°) e Siorpaes (28°). In tempi di magra sette atlete a punti - per quanto questi siano pochini - fanno notizia. E la scelta del quartetto olimpico di discesa risulta quanto mai ostica.
Si chiude con il SuperG di domenica, il leit motiv è il solito. Inutile e banale sarebbe scrivere il nome della vincitrice, ciò che invece ci interessa è il terzo gradino del podio: dopo 10 mesi d'attesa si consuma il ritorno di Nadia Fanchini, 85 centesimi di ritardo e terza piazza in coabitazione con l'elvetica Martina Schild. Alle spalle della Vonn troviamo nuovamente Anja Paerson (2°), podio bissato e prestazione d'alto livello - seppur a oltre mezzo secondo di ritardo - anche tra porte più strette e velocità ridotte. Il resto della compagine azzurra accusa distacchi pesanti: vanno a punti solo Recchia (15°), Elena Fanchini (23°) e Schnarf (27°).
Riposo di due settimane per le velociste prima di affrontare la magica Olympia delle Tofane a Cortina. La Coppa del Mondo, invece, non conosce pause: martedì slalom in notturna, Flachau ore 17,30.
Davide Collareta
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