domenica 28 febbraio 2010


L'abbiamo aspettato, ci abbiamo sperato, finalmente è arrivato.
Giuliano Razzoli vince lo slalom speciale e salva baracca e burattini di una nazione intera. Primo oro azzurro 24 ore prima che scenda il sipario sulla XXI rassegna olimpica, nonchè unica medaglia conquistata dall'intero squadrone italico dello sci alpino. Classe '85, emiliano di Castelnovo ne' Monti residente, ironia del destino, proprio a Razzolo, paesino di sole cento anime improvvisamente al centro del Mondo.
Tornano così a sorridere i pali dello slalom, la disciplina più amata, quella cui sono legati i più bei ricordi della recente storia azzurra. Ed è un successo atteso esattamente 22 anni, ossia da quel 27 febbario 1988, Calgary, XV Giochi Olimpici Invernali: vinse Alberto Tomba, bissando il successo ottenuto in gigante qualche giorno prima, e dando così il via a quella fantastica carriera che oggi tutti conosciamo. Tomba e Razzoli, un binomio dalle mille analogie. Ottimi amici, entrambi emiliani, stesso fisico, stessa potenza, sciata simile. Due nomi accostati dai media in tempi prematuri, due nomi che a partire da oggi convivranno nella storia dello sport.
Lacrime al parterre per l'Albertone nazionale, lacrime per papà Razzoli, lacrime per buona parte dello staff azzurro. Giuliano no, contento e stranito, sereno come qualche minuto prima al cancelletto di partenza. 'L'ho combinata grossa' afferma poco prima di salire sul podio. Eh già, parole sante.

Un trionfo, quello del Razzo, costruito interamente nella prima manche e finalizzato con una seconda amministrata intelligentemente. Vantaggio iniziale di 43 centesimi sullo sloveno Valencic (6° al termine), Kostelic e Raich oltre i 5 decimi, il resto della compagnia sopra il secondo. Insidie all'oro azzurro che sembrano ristrette solo ai quattro menzionati e così effettivamente sarà.
Alla ripresa ci prova lo svedese Andre Myhrer (3°), autore del miglior crono di manche, e la sua rimonta vale il bronzo. Si conferma su ottimi livelli Ivica Kostelic (2°), il quale riesce a bissare l'argento conquistato una settimana fà in supercombinata, mentre pasticcia un delusissimo Benni Raich (4° a soli cinque centesimi dalla medaglia) costretto a rimanere a bocca asciutta in un'Olimpiade che avrebbe dovuto vederlo tra i protagonisti assoluti. L'ennesimo piazzamento di Marcel Hirscher (5°), l'opaca gara di un irriconoscibile Reinfried Herbst (10°), e l'uscita di scena di un quotatissimo Manfred Pranger dopo pochi secondi, sanciscono dunque un verdetto che per la nazionale austriaca risulta quanto mai pesante: sono infatti zero le medaglie conquistate in campo maschile, evento su cui nessuno alla vigilia avrebbe osato scommettere.
Deludono anche il francese Julien Lizeroux (9°), grande protagonista stagionale tuttora in corsa per la coppetta di specialità in CdM, e l'elvetico Sylvan Zurbriggen (12°) il quale non sfrutta al meglio l'ottimo pettorale di partenza. Uscite di scena quasi immediate per l'attesissimo Felix Neureuther, e per gli statunitensi Ted Ligety e Bode Miller.
Discreta prestazione per Manfred Moelgg (8°) ma discorso per le medaglie vanificato da un'opaca seconda manche dopo il quinto miglior crono in avvio (+0.85 da Razzoli), non terminano invece la prova Patrick Thaler (25° a metà gara) e Cristian Deville.

Cala così il sipario sulle piste di Whistler, per un'edizione controversa, sfortunata, dominata da un cielo quasi mai sereno. Ma con un tricolore a sventolare sotto la neve canadese, e un podio da cui ripartire gettando lo sguardo sino a Sochi 2014. Au revoir.

Davide Collareta

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