lunedì 15 febbraio 2010

Il clima umido, le alte temperature, la partenza abbassata di 200 metri. Niente può fermare Armin Zoeggeler. Il 36enne altoatesino cede piuttosto nettamente ai forzuti tedeschi Felix Loch (che ai due titoli mondiali aggiunge il primo olimpico, insomma non si mette male in quanto a palmares) e David Moller ma riesce a restare davanti per un pelo al russo Albert Demtschenko, l'atleta che certamente ha pagato di più la decisione della giuria di partire più in basso, praticamente in piano.

Quinta medaglia olimpica in altrettante edizioni dei Giochi. Cinque perle racchiuse in 16 anni, una vita sportiva e ancora di più. Uguagliato numericamente Georg Hackl, non qualitativamente (il coach della Germania aveva fatto tris d'ori). Hackl però le 5 medaglie le ha conquistate in 14 anni, visto che tra Albertville e Lillehammer passarono solo 24 mesi.

Armin lo ha ripetuto allo sfinimento: "Non sono da oro, mi basta il podio". Si conosce e conosce gli avversari. E' un elaboratore di dati vivente, che ormai è consapevole di ciò a cui può aspirare. Terza manche sporca, soprattutto nel finale, quarta manche più pulita, di 8 millesimi migliore rispetto a quella del rivale russo, che quando ha visto Zoeggeler tagliare il traguardo si è messo la testa tra le mani. Con la pista tutta intera, gli altri avrebbero lottato per la posizione dalla seconda in giù.

Festeggiamo la seconda medaglia della spedizione italiana e festeggiamo un mito dello sport italiano e mondiale. Armin, ci vediamo a Sochi!

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